Acoesis, la startup che fa ascoltare con gli occhi raccoglie 900k€

Pubblicato il 12 Lug 2020

Acoesis è startup nata dalla ricerca sviluppata dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, fondata da Luca Brayda e Luca Giuliani, per portare sul mercato Glassense, il primo occhiale che mette a fuoco la voce. A questo risultato hanno contribuito tre nuovi soci e un finanziamento pubblico. Il round di investimento ha coinvolto LigurCapital del gruppo FILSE, affiancato da Marco Rosetti, imprenditore a Milano e amministratore delegato di uno studio di design, e Andrea Gatti, imprenditore e business angel genovese tramite la sua holding di famiglia Agave, per un totale di 640mila euro. Quest’ultimo investimento si aggiunge a una agevolazione finanziaria di 200 mila euro e a un finanziamento a medio termine di 120 mila euro provenienti dal Comune di Genova in seguito alla vittoria, ottenuta nel corso del 2019, del bando sulla Silver Economy 2019. Nell’edizione dell’autunno 2020 della manifestazione l’azienda presenterà ufficialmente il primo prodotto, Glassense, che entro la fine dell’anno sarà pronto per essere distribuito sul mercato.

Glassense appare come un normale paio di occhiali, una montatura equipaggiata di auricolari a cui possono essere applicate lenti da vista graduate. Indossando gli occhiali e volgendosi verso una sorgente sonora, i sensori acustici e l’elettronica a bordo del dispositivo ‘mettono a fuoco’ solo il suono proveniente da ciò che si osserva.

Il dispositivo realizza il concetto di potenziamento sensoriale, inteso come esperienza che aumenta le prestazioni del nostro sistema uditivo. Il nuovo ‘potere’ che acquisisce chi indossa Glassense è la messa a fuoco della voce negli ambienti più difficili per il nostro udito, cioè quelli inquinati dal rumore oppure i luoghi affollati. Indossando Glassense, la percentuale di parole che si è in grado di comprendere in questo tipo di ambienti aumenta significativamente, anche dell’80% e contribuisce a sentire le persone lontane come se fossero vicine: i suoni provenienti da interlocutori che si trovano a trre metri vengono percepiti come se si trovassero a un metro.

“Il lockdown non ci ha fermato. Certo, la produzione dei prototipi di Glassense si è interrotta per tre mesi, ma abbiamo continuato a lavorare sul design e sulla strategia di marketing. In una fase di smart-working forzato, abbiamo imparato a fare squadra e ora capisco meglio ciò che molti imprenditori più navigati di noi ci hanno sempre detto, e cioè che l’investimento si fa soprattutto sulle persone. Un ulteriore applicazione di Glassense è emersa proprio durante il lockdown, mentre sperimentavamo su di noi gli effetti del distanziamento sociale, abbiamo pensato di dotare Glassense di un nuovo ‘potere’, cioè quello di far capire meglio il parlato non sono nel rumore ma anche quando chi ci parla indossa una mascherina o è costretto a parlarci a diversi metri di distanza. Il nostro prodotto, è il caso di dirlo senza mezzi termini, avvicina le persone. Glassense è anche uno strumento per migliorare la qualità della vita in tempi di Covid-19”, dice a Startupbusiness Luca Brayda CEO della società .

“Abbiamo supportato il team di ricerca durante il loro lavoro in IIT e nel loro passaggio verso una carriera imprenditoriale” – dice in una nota Matteo Bonfanti, direttore del Trasferimento tecnologico IIT “siamo particolarmente orgogliosi del lancio di Acoesis per  la sua ricaduta territoriale  genovese e per il pieno allineamento alla mission del piano scientifico di IIT, che si pone l’obbiettivo di affrontare le grandi sfide delle nostra società come la salute e l’invecchiamento della popolazione”.

“Siamo molto contenti – aggiunge Andrea Benvenuti, assessore allo Sviluppo rconomico della Regione Liguria – che il fondo regionale da 5 milioni di euro di LigurCapital, istituito proprio per finanziare startup con operazioni di equity o semi-equity, stia supportando la creazione di nuove imprese in Liguria. Acoesis è una delle otto operazioni che al momento sono state accolte dal Comitato di Investimento, che impegnano il 50% del fondo e che hanno generato un effetto leva pari a 3,5-4 volte l’investimento”.

Il team della startup IIT Acoesis è composto, oltre che da da Luca Brayda (CEO, 41 anni) e Luca Giuliani (CTO, 32 anni) anche da Cristina Loche (designer industriale 26 anni) e Angelo Raspagliesi (product designer, 29 anni). Il background dei membri del team, tutti precedentemente ricercatori presso IIT, risulta fortemente multidisciplinare e complementare con competenze legate alla realizzazione di un prodotto commerciale ed esperienze prevalentemente legate all’attività di ricerca e sviluppo.

Al momento Acoesis sta eseguendo la fase di valutazione dei prototipi, alla quale, se si desidera, è possibile partecipare iscrivendosi alla pagina del prodotto https://www.glassense.com

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