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Aprire la partita iva, costi e procedure

La partita iva è elemento indispensabile se si vuole scegliere il lavoro autonomo, ecco quali sono le cose da sapere e da tenere presenti per adempiere agli obblighi normativi

Pubblicato il 27 Apr 2023

Tra posto fisso e Partita Iva sempre più spesso i lavoratori scelgono la seconda non solo per la tipologia di lavoro autonomo ma anche per il tipo di tassazione.

Come aprire una partita iva?

Mai come oggi aprire una partita Iva è diventato un’azione semplicissima. Non solo infatti per aprire una Partita Iva ci si può recare presso l’Agenzia delle Entrate con un documento di riconoscimento seguendo l’iter tradizionale, ma la si può ottenere anche comodamente da casa (da remoto) tramite il sito dell’Agenzia oppure inviando una raccomandata AR. Nella procedura verrà scelto il proprio codice ATECO, ovvero il codice dell’attività economica che si sta avviando, seguito dalla scelta del proprio regime fiscale (forfettario o ordinario). L’Agenzia dopo le sue verifiche, se idonee, assegnerà il codice di 11 cifre, la Partita Iva appunto.

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Successivamente si dovrà aprire una posizione previdenziale presso l’Inps, mentre per chi apre una attività individuale dovrà iscriversi anche presso la Camera di Commercio, comunicando al Comune di residenza l’avvio dell’impresa.

Quanti tipi di partita iva ci sono?

Chiunque svolga un’attività continuativa e professionale ha l’obbligo di apertura di partita IVA. In merito in Italia si possono suddividere due tipi di partita Iva in base al regime fiscale: ordinario e forfettario.

Regime ordinario

È obbligatorio per Società di persone, ditte individuali o enti non commerciali che nell’anno precedente abbiano ottenuto un fatturato di almeno 400.000 euro per prestazioni di servizi, o di almeno 700.000 euro negli altri casi. È obbligatorio anche per Spa, Srl, Sapa, cooperative, mutue assicuratrici o Enti pubblici e privati (per quest’ultimi due quando come scopo primario o secondario abbiano l’esercizio di attività commerciali) o atre organizzazioni o associazioni che abbiano per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali.

Tale regime prevede una tassazione in base a 4 fasce di reddito, cui corrispondono delle specifiche aliquote Irpef:

  • 23%: per redditi fino a €15.000
  • 25%: per redditi tra €15.000 e 28.000
  • 35%: per redditi da €28.000 e 50.000
  • 43%: per redditi oltre i €50.000

Inoltre chi opera in regime ordinario sarà obbligato al rispetto di diversi adempimenti contabili e fiscali come anche per chi opta per il regime ordinario in contabilità semplificata.

Regime forfettario

La prima differenza tra i due regimi è che quello forfettario gode di una tassazione agevolata con meno obblighi, prevedendo comunque al contempo delle limitazioni per poter essere aperto.

Il forfettario è un regime agevolato dove non viene pagata l’Irpef, bensì una imposta sostitutiva agevolata del 15% o, a chi apre una nuova attività, del 5% per i primi 5 anni.

La Partita Iva con regime forfettario può essere aperta in diversi casi:

  • I ricavi o redditi annuali non superano la soglia dei 65.000 euro (anche con diversi codici ATECO) annui
  • Le spese per lavoro accessorio, dipendenti e collaboratori non superano i 20.000 euro lordi annui
  • I redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non superano i 30.000 euro lordi annui

Per una nuova attività invece che vuole usufruire dell’imposta del 5% per i primi cinque anni, inoltre, è necessario che:

  • non abbia esercitato alcuna attività nei 3 anni precedenti
  • la nuova attività non sia il proseguimento di un’altra, svolta come dipendente o autonomo

Questa partita Iva viene chiamata startup proprio perché per i primi 5 anni di vita dell’attività si paga solo il 5% di tasse sul reddito determinato forfettariamente.

Ci sono poi delle cause di esclusione dal regime forfettario riportate dall’AdE.

Qual è la partita iva più economica?

Ovviamente, come si è potuto evincere, la partita Iva più economica è quella con regime forfettario, in quanto prevede una tassazione agevolata al 15%, che scende al 5% per i primi 5 anni nelle nuove attività e non prevede il pagamento dell’IVA. Inoltre ci sono alcuni vantaggi, quali:

  • nessun obbligo di indicare l’IVA in fattura
  • esonero dalla registrazione e tenuta delle scritture contabili
  • esonero dall’applicazione IVA sulle fatture, dalla ritenuta d’acconto, dal versamento dell’imposta, dall’applicazione Irap, Irpef, addizionali regionali e comunali
  • l’obbligo dal 1 luglio 2022 per tutti gli autonomi, professionisti e ditte di fatturazione elettronicamente solamente con ricavi superiori ai 25.000 euro

In che mese conviene aprire una partita iva?

Per il regime ordinario non vi è alcuna differenza, mentre per quello forfettario conviene aprire la partita Iva nel mese di gennaio: si avrà infatti diritto a 5 anni interi con la tassazione al 5%, che in seguito passerà al 15%.

Come funziona il primo anno di partita iva?

Le tasse andranno pagate solamente nel secondo anno di attività. Le tasse previste nel primo anno non saranno perse, ma verranno pagate a titolo di saldo l’anno successivo. Quindi, dal secondo anno due saranno le date da tener presente:

  • 30 giugno, per il pagamento del saldo e del primo acconto
  • 30 novembre, per il versamento del secondo acconto

Il costo annuale di una partita IVA varia a seconda del regime fiscale scelto. Ad esempio, una partita IVA in regime forfettario può costare tra i 200 agli 800 euro più IVA per anno, a seconda della tipologia di consulenza di cui il contribuente ha bisogno.

Come chiudere una partita iva. Costi

La chiusura della Partita IVA autonoma avviene attraverso l’invio sul sito dell’Agenzia delle Entrate del Modulo AA9, o AA7, firmato entro 30 giorni dalla cessazione e non comporta alcun costo da sostenere. Solo nel caso in cui la ditta sia iscritta al Registro delle Imprese, bisognerà acquistare una marca da bollo dal valore di 17,50 euro.

Inoltre, il titolare di un’attività commerciale che cessa dalla propria attività, ha diritto a conseguire un indennizzo pari al trattamento pensionistico minimo (524,35 euro al mese) fino al momento in cui conseguirà la pensione di vecchiaia.

Di seguito offriamo un breve specchietto sommario tramite tabella sulle caratteristiche e differenze dei diversi regimi. Ricordiamo che per la tassazione e la scelta della Partita Iva è sempre opportuno rivolgersi ad un professionista esperto prima della sua apertura e per l’adempimento delle tassazioni previste.

Caratteristiche Regime ordinario Regime ordinario semplificato Regime forfettario
Tipologia di società Più adatta a società di capitali e di persone Più adatta a società di persone e partita IVA professionale Più adatta a partita IVA professionale, ditta individuale
Fatturato annuo Superiore a 400.000€ per le attività di servizi e a 700.000€ per quelle commerciali Entro le 400.000€ per le attività di servizi e i 700.000€ per quelle commerciali 65.000 €
Fatturazione Elettronica Elettronica Elettronica salvo per le nuove partite IVA e per quelle con reddito inferiore ai 25.000€
IVA Prevista Prevista Franchigia IVA
Detrazioni  e deduzioni fiscali Presenti Presenti Non previste
Tassazione IRES, IRPEF e IRAP IRAP, IRES e IRPEF Aliquota unica al 5% per i primi 5 anni e poi al 15%
Libri contabili Presenti Presenti in parte Non presenti. Solo numerazione progressiva delle fatture
Bilancio Obbligatorio Non previsto Non previsto
Calcolo del reddito imponibile Per competenza Per cassa In base forfettaria

(Foto di Alizée Baudez su Unsplash )

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