12 startup italiane a Tokyo per l’Italian Innovation Day

Si rinnova il 22/5 l’esperienza di successo del 2016 che ha portato una selezione di startup italiane a Tokio per incontrare investitori e partner nipponici

Pubblicato il 24 Apr 2017

L’anno scorso fu un successo, e quest’anno si replica, l’Italian innovation day di Tokyo è in programma il giorno 22 maggio 2017 nella capitale giapponese.

L’evento, di cui Startupbusiness è partner, è organizzato dall’Ambasciata Italiana e, quest’anno, da NTT Data che ha mostrato grande interesse nel progetto. Progetto che ha lo scopo di fare incontrare startup italiane,  e scaleup italiane, con potenziali partner industriali e finanziari nipponici.

Dodici sono le startup selezionate e invitate a partecipare a questa seconda edizione e sono state scelte anche sulla base dell’interesse di NTT Data. Si tratta di Amyko, Cynny, EnerBrain, FacilityLive, Horus, MyFoody, MoneyFarm, Pedius, Sailsquare, Senso, Veasyt, Wenda (si veda la lista su questa pagina ufficiale).

Cosa fanno le 12 startup

Amyko

La startup nata nel 2013 ha sviluppato una piattaforma, app mobile e web, associata a un wearable device in grado di condividere e archiviare tutte le informazioni mediche dell’utente. Ha vinto il contest 2016 Open-F@b Call4Ideas di BNP Paribas Cardif, InsuranceUp e PoliHub. E’ una startup insurtech italiana da seguire nel 2017.

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Incubata attualmente da PoliHub, il progetto nasce nel 2013 a bordo di Startup Bus Competition, dove avviene l’incontro tra Riccardo Zanini e l’ingegnere Filippo Scorza. Da lì a un anno i due costituiscono la società WeCare e, a febbraio 2016 dopo la raccolta di un primo finanziamento seed (500mila euro da Ligur Capital e Embed Capital) decidono di lanciare il prodotto sul mercato.

Cynny

E’ una scaleup fiorentina, benché fondata in California, che ha sviluppato un’app del video mobile e adattivo (MorphCast) che permette di registrare foto, audio, testo e musica e, grazie a tecnologia di intelligenza artificiale, creare delle clip “smart” che si adattano alle emozioni di chi li guarda. In sintesi, è lo Snapchat italiano e con una marcia in più. Fondata da Stefano Bargagni ha raccolto oltre 8 milioni di euro da vari investitori e attraverso campagne di crowdfunding, l’ultima delle quali su CrowdFundMe, ha permesso la raccolta di €240.000 da 133 investitori.

EnerBrain

“Applicando tecnologia intelligente agli edifici, costruiamo gli strumenti per rimodellare il rapporto con loro e le città in cui viviamo.  Gli edifici sono considerati spesso un investimento sicuro ma possono diventare una sfida a causa delle bollette, delle tasse, delle migliorie, dei requisiti di conformità e della questione ammortamento. Comfort, Efficienza e Coinvolgimento devono essere il nucleo del nostro ambiente costruito per guidarci verso un futuro sostenibile“. Questa la missione di EnerBrain che ha messo a punto tecnologie che aiutano a rendere più efficace la gestione energetica. La società che ha sede a Torino è stata fondata da Giuseppe Giordano, Marco Martellacci, Filippo Ferraris, Francesca Freyria.

FacilityLive

Secondo l’ufficio brevetti statunitense è un motore di ricerca migliore di quello di Mountain View. La pmi innovativa ha già ricevuto uno dei più grossi investimenti in capitale di rischio mai visti in Italia (10 milioni); è la prima società non UK ad essere ammessa al London Stock Exchange Elite Program; è stato Gartner Cool Vendor 2014 e con la multinazionale della consulenza ha ora rapporto di collaborazione intenso; hanno ottenuto il brevetto in 44 Paesi, compresi UE e US; collabora con aziende come Vodafone o Accenture. Una startup da Silicon Valley, insomma, ma che nasce da founder italiani (Giampiero Lotito, data scientist,  e Mariuccia Teroni, background in tecnologie di publishing e trattamento delle informazioni)) e ha attualmente un team di oltre 40 persone basato al Polo Tecnologico di Pavia.

Horus

La startup ha sviluppato un assistente personale indossabile in grado di descrivere all’utente non vedente la realtà che lo circonda mediante sintesi vocale a conduzione ossea. Nel 2016 ha concluso il suo più importante round di investimento di 900 mila dollari dall’americana 5Lion Holdings, che investe in aziende innovative ad alto potenziale di crescita. La società ha ricevuto anche diversi grant e riconoscimenti.

E’ stata fondata da Luca Nardelli e Saverio Murgia,  giovani ingegneri biomedici, con diverse specializzazioni, nominati quest’anno dalla rivista Forbes (unici italiani) nella categoria dei trenta «social entrepreneurs» europei più talentuosi sotto i trent’anni.

MyFoody

Si tratta di una piattaforma web che permette al consumatore di acquistare prodotti a rischio spreco a un prezzo ridotto, prenotandoli online e recandosi per il ritiro e il pagamento nei punti vendita più vicini a lui. In pratica, con l’applicazione si trovano le offerte “last minute” dei supermercati più vicini all’utente che si impegnano a ridurre gli sprechi alimentari e che permettono di acquistarle risparmiando fino al 50% sulla spesa.

MoneyFarm

MoneyFarm è una delle principali realtà del panorama fintech italiano. Dopo l’aumento di capitale da 16 milioni di euro di inizio 2016, sottoscritto dal fondo inglese Cabot Square Capital e da United Ventures, un investimento record per il fintech italiano, più di recente ha raccolto altro capitale messo a disposizione da Allianz, colosso mondiale delle assicurazioni. MoneyFarm sta puntando molto sulle tecnologie di robo-advisory, la cui fetta di mercato potrebbe valere, secondo le stime,  2mila miliardi di dollari nel 2020.

Pedius

La startup ha sviluppato un’applicazione per permettere ai non udenti di effettuare telefonate, ha raccolto a gennaio 2017  un milione e 400mila euro. E’ un’applicazione per smartphone che consente a chi soffre di sordità profonda di accedere a servizi svolti unicamente in voce come le chiamate di emergenza, assistenza e customer care. Nel nostro Paese sono più di 5 milioni di persone con problemi generici di udito, mentre tale dato supera nel mondo la cifra di 300 milioni. La startup ha sviluppato sia soluzioni consumer che consentono alle singole persone di effettuare telefonate, sia soluzioni business, con il duplice obbiettivo di permettere alle aziende di attivare un numero verde che consente ai clienti con deficit uditivi di contattare il customer service e di favorire l’inclusione dei lavoratori appartenenti alle categorie protette. Questa piattaforma unica nel suo genere si può oggi scaricare in 9 paesi (tra cui Italia, Francia, UK, Spagna e Stati Uniti) e in 6 lingue diverse.

Sailsquare

Sailsquare è la prima piattaforma di vacanze in barca peer-to-peer che ha tradotto in chiave marittima il concetto di “user-generated holiday”. In pochi click, gli armatori iscritti a Sailsquare possono creare la propria vacanza su misura, invitando i propri amici o tuta la community a partecipare, mentre gli utenti possono entrare a far parte di un equipaggio in via di formazione: l’affidabilità della community è costantemente monitorata attraverso un sistema di verifiche, feedback e recensioni.

Startup milanese, fondata nel 2013 da Riccardo Boatti e Simone Marini (due amici accomunati dalla passione per la vela e per il digitale) è probabilmente il primo operatore in Italia per numero di imbarchi, ha raccolto quasi 3 milioni di euro d’investimenti.

Senso Immersive

Fondata da Mick Odelli nel 2015, realizza installazioni immersive che, grazie a effetti ottici e tecnologie audiovisive, creano shopping experience capaci di creare emozioni. Dopo aver partecipato a UniCredit Start Lab, la società si sta affermando nel retail, negli hotel, nei ristoranti e nei musei.

La startup ha sviluppato due brevetti innovativi dedicati a rivoluzionare il mondo del retail e della shopping experience: Teca e Scrigno, espositori dall’anima tecnologica, personalizzabili in forma e finitura che, tramite un sistema di proiezione nascosto e studiato ad hoc, permettono a qualsiasi prodotto di raccontare la propria storia e di modificare dal vivo con il supporto di un’app i colori, le caratteristiche e le finiture. Insomma, una sorta di story telling del prodotto. Un progetto che ha fatto gola a tante aziende che lo stanno già sperimentando, come OVS e Lufthansa, Porsche e Nh Hotels, Cantine Ferrari di Trento e Fondazione Altagamma.

Veasyt

L’impresa creata nel 2012 da Enrico Capiozzo, Lisa Danese e altri due soci, spin-off dell’Università Ca’ Foscari Venezia, ha sviluppato VEASYT Live! un servizio di video-interpretariato online fruibile da computer, tablet e smartphone, che intende rivoluzionare il mercato dell’interpretariato professionale. Il servizio mette in contatto aziende e pubbliche amministrazioni con interpreti professionisti da remoto, offrendo una soluzione flessibile per dialogare con clienti, partner e cittadini di lingua straniera, o con persone sorde che usano la lingua dei segni. Il servizio si adatta alle più diverse situazioni d’uso: trattative business, fiere commerciali, uffici pubblici, visite socio-sanitarie e molto altro.Ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui: premio European Youth Award 2016, progetto InnovAzione AssoCamere Estero – ICE 2016, premio Unicredit Startlab – ICT 2015.

Wenda

Questa startup crea soluzioni innovative per il mercato wine & spirits al fine di proteggere e valorizzare il prodotto, per migliorare inoltre processi nella Supply Chain. In particolare la società ha sviluppato Wenda Unique, un dispositivo (patent pending) che si attacca alle bottiglie e che registra temperatura, inclinazione e raggi UV ai quali è sottoposta la bottiglia stessa, tutti parametri fondamentali per la giusta conservazione di un vino; una porzione superiore che copre il tappo, impedisce azioni di refilling (fenomeno assai crescente nei paesi asiatici) ed infine se il device viene tolto, il sistema lo rileva riportando l’evento, quindi funge da anti contraffazione. La App tramite tecnologia NFC elabora questa mole di dati mostrando grafici a chi scansiona il dispositivo, assieme a contenuti di storytelling e marketing caricati e gestiti direttamente dalla piattaforma da chi la ha in gestione, dove può vedere anche i dati monitorati, sapendo perciò come la sua bottiglia è stata trattata durante la filiera.

Questo il reportage che realizzammo per la prima edizione dell’Italian Innovation Day a Tokyo lo scorso anno. Tra le startup che parteciparono alcune hanno avviato proprio in quella occasione i contatti per espandere il loro business in Asia. Il primo Italian Innovation Day di Tokyo ha quindi generato un ritorno in termini di business che per alcuni dei partecipanti si è rivelato concreto e capace di svilupparsi nel tempo. Un ritorno che è nello spirito dell’iniziativa che l’Ambasciata italiana ha voluto e che sostiene lavorando per organizzare il tutto e lasciando alle startup la ribalta e la possibilità di farsi conoscere e di costruire le loro opportunità di business nel Paese del Sol levante e da lì nell’area asiatica. Il Giappone, e in particolare il governo della città di Tokyo puntano infatti in modo deciso sulla capacità di attrarre dall’estero idee, aziende, innovazione e perfino eventi come accade con Pioneers Asia e con Slush Asia che si svolgono entrambi nella capitale giapponese. Qui abbiamo dato una visione di quelle che sono le effettive opportunità e agevolazioni.

Come l’anno scorso pubblicheremo a seguito dell’evento un reportage, ma se qualcuno dovesse trovarsi a Tokyo in quei giorni è più che benvenuto, ci si può registrare sul sito.

(nota per il lettore: questo articolo è stato aggiornato il 29 aprile 2017)

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