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Biotech, il sistema per la microchirurgia di MMI è pronto per il mercato

Pubblicato il 10 Nov 2020

Hannah Teichmann co-fondatrice e vice presidente con la responsabilità per lo sviluppo clinico di MMI, sigla che sta per Medical Microinstruments, spiega a Startupbusiness come la sua azienda biotech che ha sede nei pressi di Pisa è arrivata a sviluppare un dispositivo chirurgico denominato Symani Surgical System che oggi è pronto per il mercato.

Il sistema messo a punto da MMI consente di realizzare interventi di microchirurgia garantendo al chirurgo la possibilità di superare i limiti della mano umana quando si tratta di operare in ambiti dove è richiesta una altissima precisione. Symani Surgical System che è oggi acquistabile al costo di un milione di euro che comprende anche gli accessori, i materiali consumabili, l’assistenza tecnica e la formazione rivoluziona l’ambito della microchirurgia in modo profondo.

L’imprenditrice ha fondato l’azienda insieme al marito e un altro socio dando concretezza alle sue esperienze internazionali, non ultima quella in Silicon Valley dove ha potuto osservare da vicino che il fare impresa è una strada da percorrere anche se si progetta di sviluppare prodotti complessi come il Symani Surgical System.

MMI che nasce nel 2015 ha raccolto diversi round di finanziamento con anche l’ingresso di fondi di venture capital nel 2018 che hanno iniettato nella società 20 milioni di euro, il round guidato da Andera Partners ha visto coinvolti anche Panakes Partners e Fountain Healthcare e poi Sambatech e due business angel con grande esperienza nel settore: Gus Castello, che è stato vice presidente Product Operations di Intuitive Surgical e John Engels, fondatore di AxoGen. Più di recente, a inizio ottobre 2020, MMI ha anche annunciato di avere siglato un accordo per finanziamenti fino a 15 milioni di euro con la European Investment Bank.

Oggi MMI ha completato tutte le procedure per ottenere il marchio CE per il suo sistema di microchirurgia e si appresta a espandersi su i mercati partendo da tutti quelli che riconoscono appunto il marchio CE per poi progettare anche l’espansione negli Stati Uniti e nel resto del mondo.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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