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D-Orbit, pronta al lancio la terza missione spaziale: Wild Ride

D-Orbit pronta a lanciare la sua terza missione spaziale denominata Wild Ride, a bordo 54 payload da 12 diverse nazioni

Pubblicato il 02 Giu 2021

D-Orbit annuncia il lancio imminente di Wild Ride, la sua terza missione – la seconda del 2021 – per il veicolo di trasporto spaziale Ion Satellite Carrier (Ion). Il veicolo, chiamato per questa missione Ion Scv Dauntless David, effettuerà il rilascio di precisione di sei satelliti in orbite differenti ed eseguirà la dimostrazione in orbita di tre payload di terze parti. Con questa missione, che conta clienti e collaborazioni di dodici diverse nazionalità, salirà a 54 il numero totale di payload lanciati in orbita da D-Orbit.

Startupbusiness aveva raccontato della prima e della seconda missione di D-Orbit

“Oltre ai molti progressi tecnici, questa missione segna un’importante pietra miliare per noi: si tratta di una collaborazione internazionale che coinvolge aziende e organizzazioni istituzionali di 11 nazioni, la più grande che abbiamo avuto finora – dice Luca Rossettini, Ceo di D-Orbit in una nota – Questa è una testimonianza di quanto l’ecosistema spaziale sia davvero senza confini. La rapida espansione del settore e i servizi globali che sta creando, miglioreranno sostanzialmente la vita sulla Terra e segneranno questo nuovo decennio in modi che in questo momento non possiamo nemmeno immaginare”.

Il manifesto della missione include clienti internazionali, tra i quali la spagnola Elecnor Deimos, la bulgara EnduroSat, e la kuwaitiana Orbital Space, che lancerà il primo satellite radioamatoriale del Paese. A bordo di Ion anche l’azienda finlandese Reaktor Space, Marshall Intech Technology degli Emirati Arabi Uniti e la Royal Thai Airforce, tutti sotto contratto con Isilaunch e integrati in un QuadPack del produttore olandese di satelliti Isispace.

La missione, che prenderà il via su un’orbita sincrona solare (Sso) di 500 km, si svilupperà attraverso quattro fasi: il rilascio dei satelliti, la dimostrazione in orbita dei payload presenti a bordo, l’esecuzione di una serie di test di servizi avanzati sviluppati da D-Orbit e infine il decommissioning.

Durante la fase di rilascio, Ion trasporterà ciascuno dei satelliti in un’orbita distinta. Questa fase seguirà un piano altamente personalizzato che definisce per ciascun cliente il momento del rilascio, la direzione e la velocità di espulsione di ogni satellite.

Durante la fase di dimostrazione in orbita, Ion eseguirà una serie di test su LaserCube, uno dei payload integrati a bordo attraverso un innovativo sistema plug-and-play. LaserCube, sviluppato dall’italiana Stellar Project, è un dispositivo di comunicazione ottica in grado di fornire una performance di throughput più di 10 volte superiore rispetto ai tradizionali dispositivi radio, una latenza inferiore e una maggiore sicurezza. Queste caratteristiche rendono possibili innovative opportunità di business in campi ad alta richiesta di dati, come l’osservazione remota della Terra, le previsioni meteo, le telecomunicazioni globali e i servizi internet.

La terza fase sarà incentrata sul test di Nebula, un payload al centro dei servizi avanzati sviluppati da D-Orbit. La prima iterazione di Nebula, un servizio di cloud computing e immagazzinamento dati sviluppato da D-Orbit Uk, utilizza un modulo di calcolo SpaceCloud iX5-100 di Unibap tollerante alle radiazioni. Gli esperimenti condotti in orbita dimostreranno una serie di applicazioni innovative attraverso l’utilizzo di sofisticate tecniche di intelligenza artificiale e machine learning. Alcuni di questi esperimenti useranno tecniche di compressione video effettuate da V-Nova, azienda specialista del settore. Worldfloods, un altro payload con funzionalità machine learning, ha la capacità di identificare inondazioni e inviare una mappa dettagliata ai soccorritori pochi secondi dopo l’acquisizione dell’immagine. Sviluppato dal Frontier Development Lab (Fdl), una partnership guidata da Trillium Technologies con l’Università di Oxford e l’Esa, Worldfloods offre un assaggio di un futuro in cui l’informazione viene fornita quasi istantaneamente dallo spazio. Durante la quarta e ultima fase, il decommissioning, la squadra operazioni di D-Orbit metterà in funzione Adeo. Sviluppato dalla tedesca Hps, Adeo è una vela da 3.6 m2 racchiusa in un contenitore 1U che sarà dispiegata alla fine della missione per accelerare la fase di rientro del satellite: l’attrito con gli strati alti dell’atmosfera consentirà un incenerimento della piattaforma rapido e senza residui.

L’intera missione, comprese le operazioni sui payload, sarà gestita dal centro di controllo missione di D-Orbit attraverso Aurora, il pacchetto di controllo di missione sviluppato dall’azienda che, basato su tecnologia cloud, consente agli operatori satellitari di gestire e controllare più payload contemporaneamente, da qualsiasi luogo del mondo, risparmiando le spese relative alla progettazione, lo sviluppo, il test, la distribuzione e la manutenzione del software.

La missione presenterà anche un esperimento Seti in collaborazione con la media artist Daniela de Paulis e l’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica). L’esperimento, che indaga la possibilità di comunicare con altri tipi di vita nell’universo, consiste nella trasmissione di messaggi alieni simulati per essere ricevuti e decodificati dai radiotelescopi di tutto il mondo.

“Siamo molto entusiasti di questa missione; la grande varietà di payload a bordo, le finalità delle singole missioni, molte delle quali mirano a scopi sostenibili, le sfide innovative e i grandi progressi tecnologici, rendono questa missione del tutto unica – commenta Renato Panesi, Cco dell’azienda – Anche se la parte migliore deve ancora venire, questa è già stata un’esperienza estremamente gratificante”.

Mentre si prepara a lanciare questa missione, il team di D-Orbit sta già lavorando alle missioni future, la prossima delle quali è prevista per il quarto trimestre del 2021.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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