Euronext compra Borsa Italiana, cosa significa per startup e scaleup

Pubblicato il 09 Ott 2020

La notizia era nell’aria da mesi, ora è ufficiale: Euronext il circuito di Borse valori europeo che è una società di diritto olandese con sede ad Amsterdam e che riunisce le Borse valori di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Oslo, acquisirà Borsa Italiana oggi controllata da London Stock Exchange. L’accordo raggiunto afferma che Euronext acquisirà la Borsa di Milano per una cifra di 4,325 miliardi di euro (qui il comunicato ufficiale).

In base all’accordo Euronext, che nell’operazione è affiancata da Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo, acquisirà il 100% della società London Stock Exchange Group Holding Italia Spa che è la società holding di Borsa Italiana Group la quale ha fatturato nel 2019 la cifra di 464 milioni di euro.

L’operazione è soggetta a una serie di approvazioni da parte delle autorità regolatorie in Italia, Regno Unito, Belgio, Francia, Germania, Unione Europea e Stati Uniti d’America, e a condizioni sospensive, per esempio il completamento dell’operazione che vede London Stock Exchange impegnata nell’acquisizione della statunitense Refinitiv specializzata in infrastrutture per la gestione dei dati dei mercati finanziari, per una cifra pari a 27 miliardi di dollari. Se tutte queste clausole saranno superate si arriverà al closing dell’operazione che secondo i piani dovrebbe verificarsi entro il primo trimestre del 2021 e da li partirà il processo di integrazione della Borsa Italiana nel sistema Euronext, cosa che per raggiungere il pieno regime richiederà almeno un altro anno di lavoro.

Quale significato ha questa operazione per il mondo delle startup e delle scaleup? Intanto va detto che Euronext era già attiva nell’ecosistema italiano con una serie di iniziative a supporto di aziende in fase di scaleup che considerano la quotazione in Borsa come una opzione di crescita. Tali iniziative si sono per esempio concretizzate nel coinvolgimento di scaleup italiane nel programma Techshare (come abbiamo scritto qui ) e nel supporto attivo dell’iniziativa ScaleIT  la cui missione è fare incontrare le scaleup italiane con gli investitori internazionali.

L’ingresso di soci italiani nella compagine di Euronext abbatterà la barriera della nazionalità, CDP avrà il 7,3% di Euronext così come la francese Caisse des Depots at Consignations (la versione transalpina della CDP appunto), in tal modo le scaleup italiane potranno quotarsi nei listini di Euronext, in particolare quello di Parigi, senza che i loro azionisti italiani storcano il naso, sarà poi possibile anche prevedere la quotazione su più listini, la stessa Euronext è quotata su tutte le Borse del suo circuito.

Ciò si tradurrà quindi nella possibilità per le scaleup che scelgono di quotarsi di avere una maggiore ampiezza di movimento, di sfruttare le Ipo anche come strumento per accelerare la loro espansione internazionale oltre che, naturalmente, per raccogliere nuove risorse finanziarie.

Inoltre è pensabile, nonché auspicabile, che una politica sinergica tra i listini europei, specificamente quello italiano e quello francese, possa favorire sinergie anche a livello di ecosistemi startup. Da sempre si fa riferimento alla Francia come ecosistema startup più maturo e consolidato di quello italiano e quale modello applicabile anche da noi grazie a politiche fortemente orientate all’innovazione d’impresa e a veicoli di investimento pubblici capaci di erogare sostanziali finanziamenti, proprio come oggi sta iniziando ad accadere grazie all’azione di CDP Venture Capital .

Infine un’accelerazione del processo di quotazione da parte delle scaleup italiane si tradurrebbe anche nella creazione di valore per gli azionisti che in queste aziende hanno creduto generando così un effetto domino che porterebbe sempre più finanziatori a sostenere imprese nascenti. Se è vero che oggi è il momento più opportuno perché si verifichi questo scenario in quanto anche in Italia ci sono numerose scaleup che sono sufficientemente mature per pensare alla quotazione, è anche vero che servirà continuare ad alimentare la nascita e lo sviluppo di nuove imprese al fine di innescare quel processo necessario al sostegno della imprenditoria innovativa italiana capace poi di svilupparsi in ottica europea e globale.

@emilabirascid

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