digital transformation

Farmacie, così il digitale sta cambiando il mercato

Il settore si sta trasformando radicalmente nel post pandemia e con il digitale sta realizzando anche una liberalizzazione de facto superando i freni al cambiamento che ci sono sempre stati. E anche qui l’innovazione arriva con le startup

Pubblicato il 13 Feb 2023

Nella lista dei 25 lavori in più rapida crescita per il 2023, Linkedin posiziona il ‘direttore di farmacia’, addirittura prima del ‘data engineer’. Una novità particolare e anche inaspettata che denuncia uno dei cambiamenti in atto nel settore delle farmacie in questi ultimi anni, nel caso specifico il boom delle catene di farmacie, in cui appunto al vertice dell’organizzazione interna non c’è più il titolare della farmacia, ma un direttore.

In Italia, le farmacie di proprietà rappresentano ancora la maggioranza del mercato, ma cresce con intensità il numero delle catene che oggi detengono il 15% delle farmacie (il 17% del fatturato complessivo), equivalenti a circa 3 mila presidi su 19mila totali, di cui un migliaio appartengono a società di capitale, spesso detenute da fondi,  e circa 2 mila a cooperative di farmacisti. Questa evoluzione del mercato è fatto piuttosto recente che ha preso piede a seguito della legge n. 124/2017 sulla concorrenza (pre-pandemia) che ha introdotto tra le altre novità, in particolare nelle assicurazioni, anche una piccola grande modifica all’art. 7, comma 1, della L. n. 362/1991, che estende la possibilità di diventare titolari di una farmacia, oltre che ai farmacisti persone fisiche e alle società di persone, anche alle società di capitali. Questa legge dunque ha innescato un profondo cambiamento nel mercato, sebbene il numero delle farmacie rimanga contingentato sul territorio e le nuove aperture in ciascun comune sono possibili solo nel rispetto di criteri demografici, geografici e di distanza.

Ma il secondo, e forse ancora più imponente, driver di cambiamento del settore farmacie è la leva digitale. L’ecommerce, che ha avuto un boom in pandemia, ha il potenziale per produrre de facto quella liberalizzazione del settore spesso auspicata.

Farmacie online

E’ sotto gli occhi di tutti il boom delle ‘farmacie online’ degli ultimi anni, tipo AmicaFarmacia, eFarma, 1000farmacie, FarmaciaUno, TopFarmacia, La Tua Farmacia Online, FarmaCosmo, FarmaciaIgea solo per nominare tra le più conosciute e italiane. Sono queste dei veri e propri ecommerce, che fanno capo a parafarmacie che possono vendere farmaci da banco, chiamati anche otc (over the count, sopra il banco) e non possono vendere il farmaco etico, ovvero quello per il quale è richiesta la ricetta del medico. Nel 2022 l’e-commerce dei prodotti da farmacia ha fatto un balzo in avanti arrivando a un fatturato di 673 milioni: oltre il 20% in più YoYa partire dal 2020, anno boom dell’online a causa della pandemia, quando il fatturato era stato di 428 milioni. A livello europeo, l’e-commerce farmaceutico è stimato in 20 miliardi di euro, con attese di crescita al 2027 pari al 18% medio annuo. In Germania, il maggiore mercato delle farmacie in Europa, il 23% dei farmaci OTC/AM è venduto on-line ed anche quelli etici, di cui è ammesso l’accesso all’e-commerce, sono interessati dal fenomeno.

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Delivery dei farmaci con Pharmap

Tra le startup più interessanti in questo settore c’è Pharmap, giovane azienda specializzata in soluzioni per la consegna dei farmaci a domicilio, che bypassa questo limite, fornendo anche i farmaci con prescrizione (grazie alle ricette elettroniche). Pharmap ha trovato un modello di business davvero interessante perché si appoggia alle farmacie locali e di fiducia del cliente intercettando quindi il flusso delle farmacie fisiche. Per quanto i ricavi online crescano, secondo i dati IQVIA, a doppia cifra, sono ancora peanuts rispetto alla farmacia fisica che, per quanto riguarda i prodotti commerciali (i farmaci su prescrizione non si possono vendere online in Italia), hanno fatturato 11,4 miliardi di euro nel 2022. Il fatturato complessivamente sviluppato dalle farmacie italiane si è attestato nel 2021 a 24,4
miliardi di euro, secondo dati MedioBanca.

Ha chiuso il 2021 con un volume d’affari superiore ai 10 milioni di euro e negli ultimi tre anni ha realizzato una crescita di oltre 25 volte in termini di volumi di richieste e di 42 volte in termini di transizioni su tutti i canali (app, web e ordini generati direttamente in farmacia). Tant’è che a giugno 2022 CompuGroup Medical Italia ha concluso l’acquisizione del 60% della società 4K, proprietaria di Pharmap.

Lo scorso novembre, Pharmap ha realizzato un sondaggio per rilevare la transizione digitale delle farmacie e ha scoperto che anche le farmacie più tradizionali hanno capito l’importanza di abbracciare il cambiamento: il 12% è attivo nell’ecommerce, ma il 70% è già proiettato in quella direzione perché già utilizza i canali social per raggiungere i propri clienti, in particolare Facebook (78,2%), Instagram (62,6%) e Whatsapp (66,7%). Pharmap potrebbe diventare un nuovo canale utile per contrastare anche la tendenza alla erosione del fatturato medio per farmacia avvenuta negli ultimi anni a causa della proliferazione degli esercizi in Italia con la parafarmacie e i corner della GDO, appunto, con la crescita dell’online.  

Ma oltre alla trasformazione digitale dell’ultimo miglio verso il consumatore, cambiamenti in atto ci sono anche nel segmento B2B.

La piattaforma B2B di FTNet

Recentemente, è stata lanciata online FTNet, una startup che potrebbe rivoluzionare la filiera di distribuzione del farmaco dal produttore al retailer, di fatto tagliando (o ottimizzando) tutto quello che c’è in mezzo, che non è poco. Attualmente in Italia la distribuzione intermedia – grossisti e depositari – intercetta circa il 70% dei medicinali venduti. Si tratta di un segmento composto oggi da poco più di 50 imprese (comprese le cooperative di farmacisti), che è stato interessato da un forte processo di concentrazione, considerando che nei primi anni ’90 le imprese erano circa 250. In Italia il modello della distribuzione intermedia mantiene ancora le caratteristiche della competizione locale o regionale, con un ruolo significativo esercitato dalle cooperative di farmacisti, riporta lo studio di Mediobanca.

Tra i clienti cui si rivolge FTNet ci sono anche le centrali di acquisto.

La startup ha creato una piattaforma digitale multi-sided, Fdirect, in cui i retailer possono adottare nuove soluzioni per migliorare il rapporto commerciale diretto con l’impresa farmaceutica e, al pari di qualsiasi retailer, usufruire delle nuove tecnologie e del processo di digitalizzazione per ridurre i costi, migliorare, differenziare i servizi per una migliore assistenza agli utenti finali. Grazie al supporto di Fdirect le farmacie diventeranno centri vendita capaci di erogare servizi di valore migliorando la patient journey.

In parole povere, questa piattaforma abilita il retailer ad avere un rapporto commerciale diretto con l’industria, abilita lo smart trading. E non solo perchè è un luogo di incontro tra domanda e offerta, ma perché mette a sistema una serie di fattori tecnologici per permettere alle parti decisioni data-driven, sviluppo del business, aumento della marginalità.

Fondata dal napoletano Marco Di Tonto, farmacista, classe 1971, e Stefano Beltrame, classe 1973, originario di Belluno, dottore commercialista e revisore legale dei conti, esperto di consulenza strategica societaria e fiscale, la startup conta anche sull’esperienza del Business Angel del progetto, esperto di gestione ed organizzazione di grandi realtà industriali. Ha già raccolto 3 milioni di euro da Family&Friends, dichiara la società.

 

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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