EdTech

GoStudent, collaborazione con N26 e progetti sul metaverso

L’unicorno dell’e-learning continua la sua crescita in Italia, un mercato ad altissimo potenziale. La strategia del go-to-market punta sulle alleanze con altri operatori privati, ma intanto si pensa anche a scuole e metaverso. Ce lo racconta Mariano Demartino

Pubblicato il 03 Ott 2022

Ci aveva visto giusto e ci aveva provato Tutored, ma forse perché non era il momento,  forse perché la piattaforma non era quella giusta, forse perché servivano più capitali, ma come punto di incontro tra studenti e lezioni private, non è riuscita a decollare e ha cambiato business model.

Eppure il futuro dell’education è lì, nel digitale. Gostudent, unicorno austriaco, finanziamenti a iosa nel post pandemia, arriva in Italia nel 2021 e in poco più di un anno cresce e assume 150 dipendenti, raccoglie oltre 1800 tutor freelance ed eroga oltre 180mila lezioni al mese. Questi risultati, freschi freschi, li ha citati il country manager della società in Italia Mariano Demartino, in occasione del suo recente speech a TechChill Milano. Un successo costruito anche sulla pandemia che ha portato il 96% degli 8,5 milioni di studenti italiani in DAD, cioè a superare quella barriera tra erogazione di lezioni dal vivo e videolezioni, e-learning.

Si può fare, insomma, anche il business. In Italia, secondo i dati del country manager, un bambino su tre fa ripetizioni, il mercato delle lezioni private vale oltre 1,1 miliardi e l’e-learning è in pieno boom.

“GoStudent è una piattaforma che unisce due poli importanti: lo studente e una community di tutor.
Ci interessa andare a sviluppare tutta la parte del potenziale dello studente grazie a un match perfetto tra quello che serve a lui e il tutor  giusto: abbiamo varietà di tutor a livello di età, di materie, di metodologia, noi li selezioniamo, li certifichiamo, li professionalizziamo. Tantissimi ci fanno richiesta, ma non sono tutti adatti. Per lo studente uno degli aspetti più importanti è l’accesso a una community di tutor molto ampia, abbattiamo la barriera territoriale: un ragazzo in qualsiasi parte d’Italia si trovi che ha bisogno di un certo tipo di supporto didattico lo può trovare, può trovare il tutor migliore per lui indipedentemente che si trovi dall’altra parte del Paese”.

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Mariano Demartino, country manager GoStudent Italia

Accessibilità, dunque, almeno da un punto di vista territoriale. Le lezioni, come succede nel mondo tradizionale delle ripetizioni, hanno un costo, piuttosto in linea con il mercato, forse meglio: il prezzo delle ripetizioni parte da 20,15€ e varia in base alla tipologia e alla durata del piano di apprendimento. Maggiore è la durata della collaborazione, minore è il costo della singola sessione.

Poi c’è flessibilità oraria, le lezioni si fanno comodamente a casa.

“Il costo è un abbonamento e dipende da frequenza e percorsi, che vanno dai 6 ai 36 mesi. Noi non facciamo il quick fix, o meglio, ci può capitare per un esame, ma non è ciò che consigliamo. La parte sostenibile della didattica è creare un percorso: è lì che si vedono i miglioramenti dello studente e i soldi sono ben spesi” continua Demartino.

La collaborazione con GoStudent-N26

Agli studenti, si arriva anche per altre vie, in particolare facendi sinergia con altre aziende, che possono integrare GoStudent tra i benefit per i propri dipendenti. O che uniscono le forze in progetti educativi speciali, come nel caso della collaborazione con la fintech N26, avviata con la realizzazione di un’indagine per conoscere il livello di educazione finanziaria delle famiglie italiane.

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C’è bisogno di formazione su questi temi, di interlocutori terzi che supportino le famiglie nei percorsi di educazione finanziaria che possono partire in casa, ma devono continuare altrove. – ha sottolineato Andrea Isola, General Manager Italy and South-Eastern Europe di N26 Bank in una nota stampa.  “La partnership tra N26 e GoStudent è un primo passo in questa direzione e l’impegno come banca è quello di continuare a mettere a disposizione il nostro know-how per la creazione di una cultura finanziaria sempre più solida e inclusiva”.

Un gap, quello dell’educazione finanziaria, che nemmeno la scuola colma attualmente: secondo uno studio fatto proprio da N26 e GoStudent, l’82% dei genitori vorrebbe più educazione finanziaria a scuola e venisse inclusa nei programmi scolastici. In altri Paesi, come il Portogallo e in molti Stati americani, l’educazione finanziaria è, invece, da tempo materia scolastica obbligatoria.

Quello dell’educazione finanziaria non è l’unico gap della scuola italiana. Una piattaforma come GoStudent che rapporto ha con la scuola?

“Con la scuola italiana non stiamo ancora collaborando, – risponde Demartino – ma in futuro vorremmo farlo. Noi siamo i primi a riconoscere che la scuola è insostituibile anche per tutta la parte di socialità e di relazione, ma siamo anche consapevoli che nella didattica, con la nostra piattaforma, possiamo colmare quel gap che nella scuola oggi c’è, in un rapporto win-win. Saranno i tutor stessi che ci aiuteranno a stabilire questo dialogo con la scuola, perchè spesso loro arrivano da quelle scuole, hanno studiato in quelle scuole.

La nostra piattaforma edutech colma un gap di accessibilità, ma anche di educazione di qualità: stiamo rivalutando la figura del tutor che spesso non è vista come qualcosa di buon standard, invece per noi è il cuore della nostra piattaforma e cerchiamo di professionalizzarla al massimo, anche arricchendola con nuove skills. I nostri tutor sono una community, con un legame, che dobbiamo portare a un altro livello”.

GoStudente e metaverso

Ma, in un mondo che parla di intelligenza artificiale e metaverso, i tutor sono e restano ‘umani’?

“Nell’attuale piattaforma l’intelligenza artificiale non può ancora sostituire il tutor umano, soprattutto se parliamo di percorsi didattici, sara difficile avere degli avatar, il rapporto umano è fondamentale. – continua il manager- “Potrebbe succedere, invece, che andiamo a integrare una componente on-demand con delle librerie di contenuti a supporto delle lezioni, dove ci saranno presentazioni, dei video, dei contenuti complementari alla presenza dei tutor, per questo abbiamo acquisito la piattaforma UK  Seneca, che fa appunto contenuti per l’e-learning”.

“Diverso è il discorso sul metaverso,  che ha grande potenziale e che stiamo studiando, abbiamo una collaborazione con Meta, stiamo sviluppando test, non sarà facile, ma stiamo cominciando a muoverci in questo ambito. Ciò che riteniamo davvero importante – e che rappresenta un po’ la nostra bussola – è capire qual è il valore aggiunto nella didattica nel metaverso. Per noi potrebbe essere l’engagment, cioè quanto lo studente può apprendere di più in una piattaforma virtuale. Se quello che si va a fare è solamente una lezione in un territorio diverso, non aggiunge valore e non è molto interessante”.

“Gostudent è nata dal desiderio di democratizzazione del sistema educativo, abbiamo iniziato nei mercati più immediati per creare best practice e validare il business model, ma un domani vorremmo entrare anche in mercati più difficili, più bisognosi, in cui possiamo fare la differenza. La nostra vision è diventare la scuola globale numero uno al mondo e migliorare lo status quo di qualsiasi studente, ovunque esso si trovi. Eventualmente anche nel metaverso“.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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