IAG, nel 2020 realizzati 25 investimenti per un totale di 68 M€

Pubblicato il 15 Mar 2021

“Nel 2020, nonostante la pandemia, l’attività di IAG e dei suoi business angel è stata ricca di investimenti e di iniziative, con oltre 200 business angel coinvolti e 20 aziende di primo livello a supporto delle startup. Il team e i soci IAG hanno analizzato un totale quasi 500 startup italiane e internazionali, presentando ai soci, in occasione delle riunioni periodiche, oltre 20 opportunità di investimento. Risultati che dimostrano l’impegno sempre crescente da parte dell’associazione e dei suoi membri, specie in un momento di crisi, dove l’innovazione gioca un ruolo chiave. IAG si conferma la porta di accesso al venture capital per i business angel, per gli imprenditori e per le corporate che desiderano avere un impatto concreto nell’economia reale”, così Leonardo Giagnoni, managing director IAG, spiega a Startupbusiness le ragioni dell’importante risultato che ha caratterizzato l’attività nel 2020.

Lo scorso anno si è infatti chiuso con un record storico per i business angel IAG: 25 operazioni di investimento per un totale di 68 milioni di euro raccolti dagli angel e dagli altri co-investitori (tra cui fondi di venture capital, altri club di angel e family office). Un mercato, quello del venture capital, che nell’anno appena concluso ha registrato operazioni per un totale di oltre 700 milioni di euro, e che vede sempre più confermare il posizionamento strategico di IAG quale pilastro dell’ecosistema startup italiano a sostegno dei progetti imprenditoriali innovativi. I business angel sono spesso a fianco degli imprenditori a partire dall’uscita dalle università, centri di ricerca e acceleratori, fino ad arrivare alla crescita internazionale delle società più promettenti. Si iniziano poi a vedere anche in Italia i serial entrepreneur, che dopo progetti di successo si imbarcano in nuove iniziative ricercando nuovamente gli investitori strategici con cui hanno condiviso precedenti esperienze.

I soci IAG partecipano a operazioni di investimento da 200 mila fino a oltre 10 milioni di euro, sostenendo fasi di vita delle società molto diverse tra loro. L’esperienza e il contributo attivo degli angel danno una spinta significativa alle startup e, facendo leva sul proprio network, agevolano di volta in volta il coinvolgimento degli stakeholder più opportuni (fondi, aziende, istituzioni finanziarie). IAG fa della valorizzazione del network il suo asset vincente grazie anche a partnership con soggetti come LVenture, Doorway, Banca Generali, Lazio Innova e collaborazioni con i corporate partner come Mastercard, Novartis, MSD, KPMG e BIP.

Italian Angels for Growth che conta 14 anni di attività, è stato il primo gruppo di angel fondato in Italia nel 2007, 97 investimenti, 248 milioni raccolti dalle startup investite dai soci IAG e 11 exit.

Con il tempo abbiamo affinato la metodologia di valutazione delle startup e soprattutto, con il crescere del network, il supporto ai nostri investimenti – spiega in una nota Antonio Leone, presidente IAG – Oggi gli oltre 220 business angel IAG hanno accesso a molte opportunità di investimento e di give back delle proprie esperienze professionali”.

Di seguito alcuni esempi delle operazioni concluse dai soci IAG nel 2020:

AorticLab,  fondata nel 2017 da professionisti provenienti dal settore dei dispositivi medicali, punta a innovare e perfezionare il trattamento dei pazienti affetti da stenosi valvolare aortica. Nel 2020 ha chiuso un aumento di capitale da 1,3 milioni di euro, dimostrando che l’intuizione tecnologica alla base della startup può migliorare il tasso di successo nella cardiologia interventistica per i pazienti di tutto il mondo. La società ha in sviluppo, allo stato attuale, un sistema a bassa invasività per il ripristino funzionale della valvola aortica nativa affetta da distrofia calcifica. Il secondo dispositivo è un filtro antiembolico con la funzione di catturare gli emboli ematici o calcifici generati durante la procedura.

FleepTech, nata a inizio 2019 dal gruppo di ricerca “Printed and Molecular Electronics” all’interno del Center for Nano Science and Techology (CNST) dell’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) a Milano, ha l’intento di industrializzare un innovativo processo di fabbricazione di elettronica stampata a ridotto impatto ambientale e totalmente riciclabile. Dopo poco meno di un anno dalla sua costituzione, ha chiuso un investimento seed di 800mila euro, guidato dagli angel IAG, per portare sul mercato la propria tecnologia di printed electronics. Il team operativo, cresciuto fino a contare sette persone, punta ad ampliare gli ambiti di applicazione identificati per la tecnologia e a portare sul mercato l’innovazione generata nei laboratori grazie anche ad un’attiva collaborazione con aziende industriali.

Rentuu,   società basata nel Regno Unito e fondata da un imprenditore italiano, opera nel settore del noleggio di attrezzature nell’ambito delle costruzioni, delle manutenzioni edilizie e degli eventi, che vale miliardi di euro a livello mondiale. Attraverso una piattaforma CRM proprietaria in cloud, la startup da un lato consente la digitalizzazione del processo tra le parti e dall’altro la creazione di una rete franchising a livello Europeo sotto il brand Easy. Infatti, Rentuu vede tra i propri investitori soggetti di rilievo come Sir Stelios Haji-Ioannou, fondatore e azionista di riferimento del gruppo Easyjet. Nonostante il periodo attuale abbia influenzato drasticamente il business della società nel settore degli eventi, i fondatori sono stati tempestivi da un lato nel riadattare la propria offerta a seguito della pandemia, adeguandola alla fornitura ad esempio di attrezzature ospedaliere e di dispositivi per il lavoro agile e, dall’altro, ad accelerare lo sviluppo di partnership sui vari mercati tra cui l’Italia, mercato dove oggi sono già attivi 3 franchisee per il noleggio di attrezzature e macchinari (www.easynoleggio.net).

Shampora,  startup nata nel 2018, permette di creare, produrre ed acquistare online prodotti per la cura della persona completamente personalizzati. In poco più di due anni dal lancio, la startup ha venduto oltre 100 mila prodotti personalizzati solo in Italia. Un’esplosione trainata non solo dal boom degli acquisti online come effetto della pandemia da covid-19, ma soprattutto dal trend del mercato della cosmesi personalizzata, possibile proprio grazie alle nuove tecnologie digitali. Shampora ha chiuso un round di investimento da 3 milioni di euro e si prepara all’ulteriore espansione sul mercato europeo, a cominciare da Spagna, Francia, Belgio e Germania, con l’obiettivo di raggiungere vendite per oltre un milione di pezzi l’anno, grazie al lancio di nuovi prodotti (già programmato) e a nuovi investimenti in marketing, robotica e in persone (oggi più di 20 tra dipendenti e collaboratori, di cui il 70% donne).

Photo by Cosmin Gurau on Unsplash

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