editoriale

Il drug repurposing e il caso Novo Nordisk

I farmaci pensati per curare certe patologie che poi si dimostrano efficaci per altre sono un esempio di come l’innovazione possa prendere strade inaspettate

Pubblicato il 06 Dic 2023

La sede di Novo Nordisk

Tecnicamente si chiama drug repurposing e in pratica indica il riposizionamento di farmaci a seguito del fatto che si dimostrano efficaci per patologie che non sono quelle per cui originariamente sono stati pensati.

I casi di drug repurposing non sono frequentissimi ma nemmeno rarissimi e soprattutto hanno conseguenze non solo di tipo farmaceutico ma anche di tipo economico e sociale.

Il più noto di questi casi è certamente quello del Viagra, che nasce come farmaco il cui scopo era quello di curare l’angina pectoris, l’ipertensione e altri disturbi cardiocircolatori ma, si è prontamente scoperto, ha effetti estremamente efficaci quale stimolante dell’erezione e capace quindi di curare la disfunzione erettile, qui il principio attivo è quello del sildenafil che a seguito della grande popolarità avuta presso la comunità maschile globale è divenuto la base per tutta una serie di farmaci creati appositamente per dare supporto all’attività sessuale.

Altri casi sono quello del minoxidil studiato anch’esso come cura per l’ipertensione, si è presto rivelato avere capacità che favoriscono la crescita dei capelli, e anche qui la comunità globale ha deciso di trarne beneficio. Altro principio attivo, altro repurposing è stato quello della talidomide che nasce come farmaco per combattere la nausea in gravidanza, dimostratosi però dannoso per questa applicazione, ha avuto come inattesa efficacia quello di essere attivo contro i mielomi.

Il più eclatante di questi casi è però quello che sta avvenendo in queste settimane con grande impatto economico e sociale. Qui il principio attivo è quello della semaglutide nata per curare il diabete e scopertosi efficacissima per la perdita di peso. In una parte del mondo il sovrappeso e l’obesità sono assai diffusi e il farmaco, il cui nome commerciale originariamente è Ozempic è divenuto presto un best seller, tanto che la casa farmaceutica che lo produce, la danese Novo Nordisk, è corsa a svilupparne una versione pensata proprio per facilitare la perdita di peso che ha preso il nome commerciale di Wegovy.

Ora succedono però delle cose: intanto c’è stata un’alzata di scudi da parte della comunità delle persone affette dal diabete perché esse ora hanno difficoltà a trovare il farmaco che per loro è vitale in quanto sempre più persone se lo fanno prescrivere per motivi legati più all’estetica che alla salute creando quindi un problema di tipo sociale che però è risolvibile aumentando la disponibilità del farmaco e insistendo sulla separazione, a livello commerciale, tra quello nato originariamente per i diabetici e quello creato appositamente per facilitare la perdita di peso. E proprio per questo la società danese ha annunciato alcuni giorni fa un investimento da oltre 2 miliardi di euro per espandere il suo centro di produzione che ha sede a Chartres in Francia, notizia che ha seguito quella dell’annuncio fatto a inizio di novembre, di un altro progetto di espansione presso il sito produttivo danese di Kalundborg per un valore di oltre 5,5 miliardi di euro.

Innovazione, società, economia

Poi c’è la questione economica perché Novo Nordisk sta diventando ricchissima. I numeri sono impressionanti: oltre 30 miliardi di euro di fatturato previsti per la chiusura del 2023, destinati a diventare 37 nel 2024 e 44 nel 2026. È attualmente la società europea maggiormente capitalizzata con un valore superiore ai 400miliardi di euro, più o meno quanto il pil dell’intera Danimarca per avere un termine di paragone, il valore delle sue azioni è passato da circa 240 corone danesi del giugno 2021 subito prima dell’approvazione del Wegovy da parte della FDA (la Federal Drug Administration, l’autorità statunitense per i farmaci) al picco di oltre 700 corone del novembre 2023.

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Oggi Novo Nordisk è la società europea con maggiore capitalizzazione prima di LVMH, il colosso francese del lusso che capitalizza 350 miliardi di euro, di Nestlé, il conglomerato svizzero del settore alimentare che capitalizza 280 miliardi di euro, dell’olandese ASML che opera nel settore dei semiconduttori con poco più di 250 miliardi di capitalizzazione, dell’altra francese L’Oreal con 235 miliardi circa, delle due farmaceutiche svizzere Roche e Novartis rispettivamente al sesto e nono posto per valore di capitalizzazione, separate da Hermes e Shell che sono settima e ottava, chiude la classifica delle 10 aziende maggiormente capitalizzate in Europa la britannica AstraZeneca, quindi un’altra farmaceutica.

Anche guardando a livello globale Novo Nordisk appare la seconda farmaceutica maggiormente capitalizzata nel mondo dopo la statunitense Eli Lilly e prima dell’altra statunitense Johnson & Johnson, seguono poi Merck (USA) e le già citate Roche, Novartis e AstraZeneca.

La questione è quindi di interesse sia scientifico, sia sociale, sia economico anche perché va ricordato che la Danimarca, pur essendo un Paese dell’Unione Europea, ha deciso di non adottare l’euro, pertanto il verificarsi di squilibri sui valori economici, in un senso o nell’altro, rischierebbe di stressare il sistema di relazione tra il valore delle corone danesi e l’euro che, prevede sì una possibile oscillazione, ma entro limiti fissati, così come anche le decisioni relative ai tassi di interesse devono essere prese in modo coordinato tra la BCE e la banca centrale danese.

Ciò che probabilmente accadrà nell’immediato futuro sarà una crescita della popolarità del Wegovy, così come avvenne per il Viagra, e quindi una continua crescita anche del valore di Novo Nordisk, ma ciò che queste storie mostrano è il modo in cui l’innovazione si forma e si trasforma e come sia capace di portare benefici. La storia è ricca di scoperte scientifiche che hanno permesso di debellare gravi malattie o di disporre di dispositivi capaci di diagnosticare e curare patologie un tempo letali, quando si parla di life science l’impatto sull’umanità è direttamente visibile (lo abbiamo visto accadere anche recentemente con i vaccini per il covid-19), ma anche quando l’innovazione si sviluppa in altri settori si hanno momenti di grande impatto, si pensi per esempio all’energia, ed è particolarmente importante che in questo momento storico arrivino innovazioni di grande portata perché le sfide da vincere sono tantissime e di portata storica a partire da quelle legate al cambiamento climatico, all’aumentare dell’età media soprattutto in Europa e in alcuni Paesi asiatici, al ridefinirsi degli equilibri e dei modelli strategici e geopolitici. (foto: sito web di Novo Nordisk)

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