Imparare lo scaleup da Brandon, 3mln per prepararsi al round internazionale

La scaleup Brandon raccoglie 3mln dai VC nostrani e li destina a nuovi ingressi nel team e sviluppo tecnologico, così si prepara al prossimo round internazionale

Pubblicato il 15 Nov 2018

Brandon è oggi il tipico caso di azienda che ha bisogno di capitale per accelerare la crescita, concentrando sforzi, anche economici, su tecnologia e team. Due elementi fondamentali per una società innovativa, digitale e fast growing, caratteristica che la società ha sempre avuto. Brandon è una società che anche in fase startup ha colpito subito nel segno con il proprio modello di business, basato sulle intuizioni della fondatrice Paola Marzario, e ha cominciato molto presto a fatturare grazie a un grandissimo impegno da parte della fondatrice e Ceo, dei più stretti collaboratori, del suo team. Il suo fatturato è costantemente cresciuto e forse, se al capo dell’impresa ci fosse un’altra persona, basterebbe a soddisfare una crescita costante e incrementale. Ma Paola Marzario (testa imprenditoriale/startupper 100%), e ciò che ha costruito con Brandon, è una realtà che necessita, perché è una global company, e merita, per la qualità del lavoro e la sua missione anche di ‘ecosistema’, di una crescita di altro tipo,  che ha bisogno di iniezione di capitali e fonti di finanziamento alternative, cioè del venture capital. Che sono adesso arrivati nella razione di 3 milioni messa a disposizione da Primomiglio Sgr e Invitalia Ventures Sgr come lead investor, Fabio Cannavale, tra i primissimi investitori di Brandon;  Sella Venture, Sinergenis srl e NH Management. Ma questi tre milioni sono solo l’anticamera, il bridge, verso un più importante round d’investimento a livello internazionale. 

Costituita nell’agosto del 2012 da Paola Marzario, Brandon è dal 2016 una pmi innovativa, con sede a Milano e Napoli. Cosa fa questa società? Brandon è un distributore digitale specializzato nel fashion e nello sport, nell’home&living e nel beauty. Brandon offre alle aziende un servizio di gestione di tutto il processo di vendita e post-vendita online, grazie alla combinazione di software intelligenti e servizi strategici di analisi dei dati generati dalle vendite e dal traffico online. Dall’analisi dei big data interni Brandon realizza la pianificazione strategica in funzione  dei  trend  emersi  e  l’ottimizzazione  del  posizionamento  dei  prodotti  sui marketplace.

Brandon aiuta le imprese del made in Italy ad accedere alle opportunità del digitale e dell’ecommerce.

Così dicono due rappresentanti dei fondi che hanno investito.

Brandon è riuscita a emergere in Italia già prima del nostro ingresso. Con questo round di investimento vogliamo fornire un’ulteriore spinta all’espansione del business e allo sviluppo della loro piattaforma tecnologica, in linea con la strategia di supportare non solo la fase di startup, ma anche quella di scaleup delle realtà oggetto di investimento da parte del fondo Italia Venture I. Considerato il gap delle aziende italiane in tema di vendite on line  rispetto a Paesi quali Germania e Inghilterra, crediamo che Brandon possa contribuire in modo importante all’evoluzione digitale di tante nostre piccole e medie imprese, aprendo loro nuovi orizzonti di mercato in modo facile ed economico e aumentando al contempo le loro performance commerciale attraverso l’analisi e l’utilizzo strategico dei dati”, ha commentato l’AD di Invitalia Ventures Sgr, Sergio Bonanno.

Antonio Concolino, partner e AD di Primomiglio Sg: “ E’ un progetto in cui crediamo, che ha dimostrato di potere e sapere crescere. L’e-commerce è per molte imprese italiane una grande opportunità ancora inespressa e Brandon risponde proprio a questa esigenza, con un servizio che permette di aumentare le vendite a costo zero e un network distributivo internazionale, capillare e ben rodato. Il prossimo passo è quello di incrementare la capacità di gestire volumi crescenti di vendite, con l’aiuto della tecnologia e di nuovi manager, per riuscire ad alimentare ulteriormente la crescita. Un percorso che con questo funding sarà accelerato”.

E’ evidente che la piattaforma tecnologica sia un pilastro del business della società, ed è proprio qui che, in preparazione al round internazionale, andranno una buona parte di quei tre milioni raccolti.

Paola Marzario

‘Il 2017 è stato per Brandon un anno di sviluppo e crescita nel corso del quale abbiamo allargato la nostra offerta ai marketplace europei. Questo nuovo funding ci permette di disporre della benzina necessaria per fare girare al massimo questo motore di nuove opportunità che si è confermato un incredibile volano di crescita già nel primo semestre del 2018”, ha commentato Paola Marzario, founder di Brandon.

Solo nei primi sei mesi del 2018 Brandon ha, infatti, realizzato un fatturato di 4,7 milioni di Euro, più che raddoppiando il risultato realizzato nei primi sei mesi del 2017 (+250% versus primo semestre 2017), che in termini di gestione corrisponde alla vendita di oltre 1milione di prodotti in cinque Paesi europei.

Lo sviluppo di una piattaforma tecnologica in grado di gestire e far crescere ulteriormente queste performance è un passo decisivo per migliorare la valutazione della società agli occhi di possibili investitori internazionali; la tecnologia farà sempre più leva su nuovi sistemi software in grado di assicurare una gestione automatizzata del crescente numero di ordini e dei prodotti venduti.

Oltre agli investimenti in innovazione tecnologica il distributore digitale punta anche al rafforzamento del team manageriale, a supporto della crescita internazionale e del miglioramento dei processi aziendali. Non ci sono ancora nomi di ‘papabili’ manager e di quali ruoli, ma è presumibile che gli head hunter siano a caccia di un profilo internazionale e di competenze/conoscenze in ambito digitale e ecommerce.  “Siamo onorati e orgogliosi di essere riusciti ad attrarre una squadra di investitori così qualificati, che genereranno nuove opportunità di business per Brandon e che ci affiancheranno verso un nuovo e ambizioso traguardo, un round internazionale.’ dice Paola Marzario. E se lo dice lei ci crediamo.

Donatella Cambosu

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