D-Orbit, la prima startup aerospaziale a lanciare e riportare a casa un satellite

D-Orbit, startup dell’aerospazio, pronta a realizzare un’operazione mai avvenuta prima, lanciare e riportare dallo spazio un satellite artificiale

Pubblicato il 29 Mag 2017

D-Orbit, scaleup dell’aerospazio,  lancia la sua prima missione spaziale. Non solo Elon Musk con il suo Falcon 9 di SpaceX possono vantare primati, anche l’italiana D-Orbit guidata dal suo fortissimo fondatore Luca Rossettini (nella foto), potrà vantare un’operazione nello spazio mai avvenuta prima: il cosiddetto decommissioning di un satellite, operazione che evita di farlo diventare spazzatura spaziale.

“Questo è un momento storico per lo spazio, per la prima volta un satellite viene rimosso in modo controllato grazie ad un sistema dedicato! Noi di D-Orbit abbiamo investito notti insonni e sudore, e tante capocciate contro i muri – che alla fine sono crollati – per lanciare un messaggio: è possibile operare nello spazio senza generare problemi per le generazioni future di satelliti e tutti noi qui sulla terra, da oggi è possibile evitare di lasciare pericolosa immondizia nello spazio! E questo è solo l’inizio: D-SAT è il precursore di nuovi prodotti e servizi per lo spazio che porteranno beneficio anche economico in modo totalmente sostenibile”

Con queste parole Luca Rossettini, Ceo e fondatore di D-Orbit annuncia a Startupbusiness l’imminente lancio della missione spaziale D-Sat.

D-Sat sarà lanciato durante la terza settimana di giugno 2017 ed è il primo satellite nella storia che rientrerà nell’atmosfera terrestre in maniera diretta e controllata non appena terminata la sua missione, evitando di restare in orbita e incrementare il numero dei detriti spaziali.

Il satellite è un CubeSat da tre unità progettato, costruito, e operato da D-Orbit. La missione ha due obiettivi: convalida della nostra tecnologia di rimozione e indagine scientifica.

L’aspetto commerciale della missione punta a dimostrare che il dispositivo di rimozione sviluppato dalla società che ha sede a Fino Mornasco, vicino Como, è una tecnologia valida e collaudata per uso nello spazio. La parte scientifica, sviluppata in collaborazione con industria e accademia, consiste in tre esperimenti che saranno eseguiti nel corso della missione. Tre esperimenti che in accordo con la filosofia aziendale di D-Orbit, che è una benefit corporation, sono stati pensati per avere impatto sociale.

La parte commerciale della missione è completamente finanziata da D-Orbit. La durata della parte scientifica, invece, dipende dal successo di una campagna di crowdfunding che è stata lanciata oggi su Kickstarter.

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