La startup Corax, l’ospedale per ustionati in una stanza portatile

Pubblicato il 11 Dic 2019

Corax è una startup bolognese che si propone di sviluppare dispositivi biomedici appropriati a contesti poveri di risorse. In particolare, Corax Lifebox è un dispositivo per prevenire le infezioni nei bambini ustionati, in pratica si tratta di una “stanza portatile” a basso costo, che ricrea ambiente e condizioni igieniche di una camera ospedaliera occidentale per ustionati gravi, che può ospitare e curare fino a 4 bambini da 0 a 4 anni.

Il bisogno cui si orienta la startup è molto forte:oOgni giorno, nei paesi a basso-medio reddito, si registrano oltre 20.000 bambini con meno di 5 anni affetti da ustioni (a causa delle cucine poco sicure) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) l’ha definita una “crisi sanitaria silenziosa”. I problemi in questi contesti sono molteplici: trasporto, infrastrutture, antibiotici, bendaggi e personale. Corax Lifebox risolve queste problematiche creando un microambiente asettico e termoregolato, permettendo il trattamento aperto e riducendo il rischio di setticemia, dolore e costi del trattamento.

La startup è stata fondata dopo la laurea da Caterina Giuliani (è la sua tesi di laurea magistrale); Caterina è anche il Ceo, e ha un team giovane e quasi interamente femminile composto da: Franco Pradelli, Martina Corazza e Barbara Tommassini, ingegneri biomedicali; Ludovica Rosato, designer.

Non ha ancora ricevuto finanziamenti, ma la società ha attivato una campagna di donazioni su GoFundMe per raccogliere i capitali necessari a realizzare un primo prototipo e andare in Africa a verificare la fattibilità del progetto all’interno degli ospedali con cui sono in contatto.

Il Lifebox è da Corax definita una ‘corazza portatile’, progettata secondo i principi del reverse innovation (come spiega la fondatrice in questa intervista) cioè progettando da zero un dispositivo guardando alle risorse disponibili e accessibili in un contesto povero di risorse come appunto un paese povero o o un contesto di emergenza. al momento allo stadio di prototipo e ad oggi necessita di integrare molte componenti meccaniche ed elettroniche, oltre al fatto che se ne sta migliorando la struttura passando ad un dispositivo flessibile piuttosto che rigido, più facile da trasportare.

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