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Life science, Prometheus ha inventato una ‘seconda pelle’

Questa startup del life science ha sviluppato e brevettato un sistema innovativo per rigenerare la pelle umana compromessa sfruttando lo stesso sangue del paziente

Pubblicato il 11 Feb 2019

Prometheus è una startup italiana che sviluppa e commercializza prodotti biotech per il miglioramento della ricerca scientifica e per la cura dell’uomo e dell’animale, in particolare ha brevettato tessuti tridimensionali umani ed animali impiegabili nei test farmacologici e nel settore della medicina rigenerativa. Il primo prodotto, Ematik, è una seconda pelle per la rigenerazione delle ferite croniche, impiegabile da subito nel settore veterinario ed in futuro in quello umano per il trattamento di ulcere, piaghe da decubito e gravi ustioni.

La società è nata a novembre 2017 da un gruppo di giovani accomunati dalla passione per l’ingegneria tissutale e affascinati dalle potenzialità della stampa 3D: Riccardo Della Ragione (che è il CEO), Alice Michelangeli, Valentina Menozzi e Daniele Ferrari. In particolare Prometheus sviluppa due linee di prodotti:

– medicamenti che accelerano i processi di rigenerazione di tessuti lesi

– tessuti umani 3D impiegabili per test farmacologici, cosmetici e chimici

Prometheus propone un nuovo prodotto già pronto per il mercato, realizzato tramite un’innovativa tecnica, una seconda pelle ottenuta dal sangue del paziente, utile per la cura di ferite di difficile rimarginazione, sia sull’uomo sia sull’animale. È un medicamento personalizzato che garantisce una rigenerazione in tempi brevissimi e senza cicatrici.

La seconda linea di prodotti consiste in tessuti tridimensionali umani utili per velocizzare l’approvazione ed immissione sul mercato di un farmaco, riducendone anche i costi (i classici tempi sono circa 10 anni e 2,5 miliardi di dollari). I tessuti tridimensionali umani, sviluppati da Prometheus, saranno utili per test farmacologici e tossicologici; essendo più affidabili e predittivi rispetto ai prodotti oggi in commercio, permetteranno di ridurre il consueto fallimento dei farmaci durante i trial clinici.

Lo scorso anno Prometheus ha vinto UniCredit Start Lab nella sezione Life Science, uno dei settori che appunto contraddistinguono questa call, di cui è attualmente aperta la nuova edizione con scadenza il 16 aprile 2019.

Nel Life Science, UniCredit Start Lab seleziona progetti relativi a biotecnologie e farmaceutica, medical device, digital healthcare e tecnologie assistive. Un settore, quello delle scienze della vita, che, nella prima metà del 2018 registrava a livello globale un valore complessivo dei deal pari a 153 miliardi di dollari. La ricerca scientifica procede a ritmo elevato, nuove scoperte e nuovi farmaci vengono immessi in continuazione sul mercato, e in tutto il mondo stanno nascendo società destinate a portare innovazione in questo comparto. In Italia, da settembre 2017 ad agosto 2018, gli investimenti in startup del Life Science hanno raggiunto quota 128,4 milioni di euro. Una cifra molto superiore ai 71,05 milioni dei 12 mesi precedenti, e anche più elevata del periodo 2015-2016, quando avevano toccato i 92,6 milioni. Ma ancora gli investimenti non corrispondono all’eccellenza dell’industria italiana del settore e non sono al livello degli altri Paesi europei: in Gran Bretagna, nel 2016, hanno toccato 654 milioni, in Svizzera 462 milioni e in Francia 291. Tuttavia in Italia le scienze della vita rappresentano uno degli ambiti tecnologici di punta e possono contribuire significativamente allo sviluppo economico nazionale.

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@RIPRODUZIONE RISERVATA

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