Fare open innovation per un’azienda tradizionale richiede in primis un cambio di mentalità pervasivo a ogni livello del management. Non semplice.
Anche per aziende che possono permettersi di fare scouting di startup con premi e competition, trasformare la collaborazione con una startup in un fattore di evoluzione di tutta la macchina aziendale è la parte più difficile.
Un caso-modello di open innovation realizzato in Italia, complice il Premio Gaetano Marzotto, è quello che vede coinvolti il gruppo italo-svizzero Santex RiMar, uno dei leader mondiali nel mercato della produzione di macchine per l’industria tessile, guidato da Paolo Businaro e Paolo Franceschetti, amministratore delegato di Solwa, startup ideatrice di un metodo per la desalinizzazione e potabilizzazione dell’acqua basato esclusivamente sull’utilizzo di energie rinnovabili. Per questa soluzione la società ha vinto nel 2012 250mila messi in palio dal Premio Marzotto e ha poi vinto anche il Premio “Innovazione per lo sviluppo dell’Umanità” delle Nazioni Unite e il Premio Mit di Boston come “Innovazione italiana dell’anno”.
Con i soldi del Premio Marzotto, Paolo Franceschetti, che è ingegnere ambientale, decide di continuare il suo programma di ricerca e di “declinare” l’idea iniziale. Elabora tecniche per l’essicazione di cibo, acqua, fanghi, tutte basate sul suo iniziale studio di fluidodinamica per far evaporare l’acqua da qualsiasi materiale organico o inorganico.

Ma l’obiettivo di Businaro non è solo avere il controllo di una società innovativa, ma trasformare ‘lo startupper’ Franceschetti in una risorsa strategica per l’evoluzione di Santex RiMar, in particolare dei suoi tecnici e ingegneri più senior.
“Di solito gli ingegneri e i tecnici più maturi –dice Businaro – hanno paura dell’innovazione. Quando sanno fare qualcosa, difficilmente si riesce a indurli a cambiare il modo in cui la fanno. D’altra parte un ricercatore non sarà mai un imprenditore. Noi abbiamo dato a Franceschetti i mezzi per realizzare il suo progetto, lui sta dando a noi un pensiero laterale e una visione più contemporanea di come si possa usare il calore per asciugare qualsiasi cosa. È un interscambio culturale. Il valore aggiunto che mi sta dando è straordinario rispetto al tempo/costo che impiegherei per cambiare la mentalità dei miei tecnici”.
Per osmosi, la mentalità e le competenze dello startupper si trasferiscono a tutta l’organizzazione.
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