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Techstars Cities of the Future, le startup del programma

La terza edizione del programma di accelerazione internazionale che ha sede a Torino giunge al demo day portando 12 startup, raccontiamo la storia di tre di loro

Pubblicato il 20 Apr 2022

Techstars Cities of the future, è il nome del programma di accelerazione che ha sede a Torino e che giunto al suo terzo anno si sviluppa, per la prima volta in modo non solo virtuale e ciò vale anche per il demo day che si svolge il 21 aprile presso le Officine grandi riparazioni.

Questa edizione del programma ha fatto crescere dodici startup provenienti da diverse parti del mondo perché quello di Torino è, al pari di tutti i programmi che Techstars ha, internazionale. Le dodici startup sono: Family + Happy di Torino con una soluzione che aiuta i neo-genitori, Gymnasio di Torino che sviluppa un dispositivo portatile che aiuta a eseguire i movimenti corretti durante l’esercizio fisico,  Hive Power di Lugano che ha sviluppato una piattaforma che ottimizza la gestione dello smart charging,  InputSoft di Kyiv che ha sviluppato una soluzione SaaS a supporto delle aziende che lavorano nell’industria dell’aviazione civile,  Lawyerd! di Wiroclaw con un sistema che elimina il rischio che scammer facciano soldi utilizzando contenuti protetti da proprietà intellettuale, Natix di Amburgo che produce videocamere intelligenti che sono anche compatibili con il GDPR, Nrgi.ai di Dublino che ha messo a punto un marketplace per l’energia gestito dall’intelligenza artificiale, Optimiz di Londra che automatizza le procedure di ispezione dei cargo e dei container, Strategic BIM di Torino che ha sviluppato un sistema basato sul concetto di digital twin per la gestione di edifici in modo sostenibile, Voltaage di Parigi un marketplace per le aziende che intendono munirsi di una flotta di veicoli elettrici, Volteum di Budapest con un software di ottimizzazione della gestione delle flotte di auto, furgoni e bus elettrici, Xworks Tech di Londra che è un marketplace che abilita il trading globale di rifiuti e scarti.

Tutte startup che hanno saputo trarre il massimo dal programma di Techstars che al momento conta 48 programmi di accelerazione, in 38 città e 17 Paesi e che nella sua storia ha dato vita a 19 unicorni emersi tra le quasi tremila aziende che hanno fino a ora partecipato ai programmi di cui l’83% delle è tutt’ora attivo o è stato acquisito e che mediamente hanno ricevuto finanziamenti da un milione di dollari per complessivi oltre 20 miliardi di dollari.

Torino Cities of the Future è il primo programma di Techstars in Italia ed è realizzato insieme a Intesa Sanpaolo Innovation Center, Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo, conta oltre 300 mentor e due delle startup internazionali che hanno partecipato hanno già aperto la loro sede in Italia e dei 12 team di questa edizione quattro sono italiano, quattro sono guidati da donne che rivestono il ruolo di fondatrici e Ceo e due sono ucraini, quelli di InputSoft e di Lawyerd! benché la startup risulti di diritto polacco.

Complessivamente le 24 startup che abbiamo accelerato con Techstars Torino hanno raccolto più di 30 milioni di dollari da investitori esterni – dice a Startupbusiness Antonio Pisante, investment associate del programma – . Siamo molto contenti di questa nuova edizione dell’acceleratore Techstars a Torino che abbiamo deciso di intitolare al tema Cities of the Future dopo due anni di successo con Techstars Smart Mobility. Così come siamo molto contenti dei progressi che hanno avuto le 24 startup accelerate negli scorsi anni, le quali, dopo il nostro investimento, sono andate avanti raccogliendo complessivamente più di 30 milioni di dollari dal mercato”.

Delle 12 startup selezionate ne abbiamo scelte tre alle quali abbiamo chiesto di raccontarci dei loro business e dell’esperienza vissuta durante il programma.

Indice degli argomenti

InputSoft

La storia di InputSoft è quella certamente più particolare, partendo dal fatto che la startup ha sede a Kyiv, che è guidata da una imprenditrice brillante che si chiama Anastasiia Smyk e che opera in un settore che negli ultimi anni ha subito forti pressioni e trasformazioni, quello del trasporto aereo civile.

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“InputSoft è un fornitore di soluzioni di gestione dell’aviazione basate sul web. Offriamo una piattaforma web SaaS agli aeroporti, con la possibilità di integrare la nostra soluzione con qualsiasi altro database o programma che hanno già. La piattaforma include un algoritmo matematico unico così come scenari preimpostati con tutti i vincoli e i requisiti dell’industria dell’aviazione per calcoli facili e veloci. Inoltre, svilupperemo un modulo in tempo reale con notifiche automatiche ai dipendenti sui cambiamenti di programma su IOS e Android Apps – dice la Ceo – . Durante l’ultimo anno, abbiamo vinto un premio in denaro e una mentorship da Genesis all’interno dell’incubatore YEP di Kyiv, una sovvenzione di 25mila dollari dall’Ukrainian Startup Fund, abbiamo presentato l’azienda all’ALPHA Startup del Web Summit 2021 a Lisbona, siamo entrati nel programma di accelerazione Techstars, abbiamo raccolto 120mila dollari di investimenti e ottenuto una valutazione di tre milioni di dollari. Inoltre, prima della guerra, stavamo già testando i nostri programmi con potenziali clienti in Ucraina e negoziando con i nostri primi potenziali clienti internazionali”.

Il team di InputSoft conosce bene il settore in cui ha deciso di operare con la startup, ha lavorato a stretto contatto con l’aviazione civile negli ultimi 10 anni e conosce esattamente le esigenze del settore dall’interno ed è questa esperienza che ha permesso di sviluppare un algoritmo per calcolare automaticamente il numero di risorse necessarie, considerando tutte le limitazioni e i requisiti.

Anastasiia Smyk, CEO, è un ingegnere aeronautico, che lavora nel campo dell’aviazione civile per società di assistenza a terra, aeroporti e fornitori di servizi aerei. Conosce bene le specificità commerciali dell’industria dell’aviazione dall’interno. Valentyn, CTO, ha iniziato la sua carriera nell’aviazione 13 anni fa. In Ucraina, è stato il primo a proporre, sviluppare il concetto e implementare il sistema di registrazione elettronica dei dati per gli aerei sulla rampa. Responsabile dei compiti e dei termini di riferimento per gli sviluppatori. Andrii, COO, ingegnere aeronautico ha studiato all’Università Tecnica di Vilnius, Università Nazionale dell’Aviazione Ucraina, Politecnico di Catalogna, negli ultimi tre anni ha lavorato per l’Autorità per l’aviazione civile dell’Ucraina ed è stato responsabile dell’implementazione dei regolamenti dell’aviazione dell’UE nell’industria dell’aviazione civile ucraina.

“Tutto il team si trova ora in Ucraina. E nonostante l’attuale situazione, stiamo ancora continuando lo sviluppo della nostra soluzione e rilasceremo il MVP nei prossimi due mesi. Eravamo sulla buona strada prima della guerra e avevamo tre potenziali clienti in Ucraina, con i quali stavamo già testando la nostra soluzione. Ma ora dobbiamo ricominciare dall’inizio. Ora sono a Torino a tempo indeterminato e ho un’enorme responsabilità per l’azienda perché sto cercando i nostri primi clienti internazionali, negoziando con diversi aeroporti italiani, cercando partner e opportunità di raccolta fondi all’interno dell’UE. Dopo il programma Techstars presenterò la nostra startup a due conferenze: TechChill a Riga e Latitude 59 a Tallinn, dove cercherò anche nuove opportunità, sia di cooperazione sia di raccolta fondi. Sto facendo tutto questo in modo che dopo la vittoria ucraina, tutti i nostri dipendenti avranno ancora un lavoro, potranno lavorare in un’azienda in rapida crescita e così potremo contribuire alla crescita dell’economia ucraina”.

“Dopo la prima settimana di guerra, ci siamo riuniti per decidere i nostri prossimi passi – continua il suo racconto la CEO – . Sappiamo bene che il fronte interno in guerra è importante quanto l’esercito. Dobbiamo continuare a vivere, lavorare, pagare le tasse e alimentare l’economia. Così, prima di tutto, ci siamo assicurati che i nostri lavoratori fossero al sicuro, alcuni ora all’estero, altri reinsediati in diverse parti dell’Ucraina. Poi abbiamo preso la decisione che il nostro CTO avrebbe ripreso il lavoro e continuato con il team a sviluppare la nostra piattaforma. Il COO era nella difesa territoriale nell’Ucraina centrale, e ora anche lui ha ripreso il suo lavoro ed è responsabile dell’integrazione della nostra azienda nel mercato europeo, dell’attrazione di investimenti dall’Unione Europea, e del rispetto di tutti i requisiti e regolamenti del mercato. Ho lasciato Kyiv e ho passato le prime due settimane di guerra nel villaggio di mia nonna, a 100 km dalla capitale, con solo internet mobile, ascoltando occasionalmente i raid aerei e vedendo le battaglie aeree dei caccia. Sono stata uno scout per oltre dieci anni, e ho lavorato fin dal primo giorno per contribuire a fornire ai nostri soldati tutto l’equipaggiamento, i vestiti, le forniture mediche ecc (se desiderate aiutare e supportare il lavoro di Anastasiia e degli scout questo il link ) . Ora, tornata a Torino, mi sto preparando per il Techstars Demo Day, lavorando sui nostri processi di sviluppo interni e organizzando collaborazioni con aziende italiane”.

Hive Power

La seconda delle dodici startup con cui abbiamo scelto di approfondire è Hive Power che è uno spin-off della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi) di Lugano, ha un team composto da italiani, svizzeri, britannici e indiani e lavora a un sistema che consente di ottimizzare la gestione in ambito elettrico. Gianluca Corbellini, CEO della startup spiega: “l’odea è quella di ottimizzare i flusdi del consumo di elettricità tenendo presente sia la produzione sia i consumi, idealmente il principio si applica a qualsiasi dispositivo ma noi in questo momento ci concentriamo sulle auto elettriche che hanno una modalità di uso particolare dal punti di vista della gestioen dell’energia, infatti un’auto elettrica passa la maggior parte del suo tempo ferma attaccata alla corrente e la sua batteria, quando non in uso per alimentare la trazione può essere per esempio impiegati per altri scopi, il nostro obiettivo è il cosiddetto smart charing in prima fase e il vehicle to grid in seconda fase per ottimizzare i flussi in modo bidirezionale”.

Hive Power lavora su più livelli, per esempio sui prezzi orari dell’energia che vengono stabiliti con un giorno di anticipo e quindi è possibile ottimizzare e pianificare i consumi, ci sono poi le comunità energetiche che sono altro filone di sviluppo e naturalmente le sfide legate alla transizione energetica: “se vogliamo puntare sulle rinnovabili dobbiamo sapere che esse sono fonti intermittenti, vento e sole soprattutto, pertanto per ottenere un sistema stabile capace di erogare energia in ogni momento dobbiamo agire non più solo sul lato della produzione, ma anche su quello della domanda, solo così possiamo definire equilibri sostenibili sia in termini ambientali sia di efficienza di utilizzo. È un concetto questo di cui si parla da anni, conosciuto con il termine smart grid, ma solo ora iniziano a esserci tecnologie e applicazioni per realizzarlo, per esempio in Germania la Volkswagen vende le sue auto elettriche con anche un pacchetto che prevede l’installazione della colonnina per la ricarica presso il domicilio dell’acquirente e anche un contratto per la fornitura di energia che viene ottimizzata a seconda delle specifiche esigenze del singolo utente, l’avvento delle auto elettriche rappresenta un paradigma non solo per il trasporto individuale ma anche per la gestione dei consumi elettrici in generale”.

La startup guidata da Gianluca Corbellini già lavora con Toyota e Freemove per esempio e collabora con Plenitude e Sorgenia, ha un team di 12 persone, ha raccolto 550mila euro in equity da business angel, Techstars e fondi britannici e svizzeri, e grant europei per 2,5 milioni di euro. “Partecipare all’acceleratore di Techstars ci ha dato la possibilità di accedere a mentorship di alto livello soprattutto per quanto riguarda gli aspetti finanziari e di comunicazione oltre che di gestione del business e a un importante network di potenziali clienti e venture capital. Ora lavoriamo per continuare a sviluppare il nostro software che è una sintesi da intelligenza artificiale e smart grid e puntiamo a un nuovo round da almeno 2 milioni di euro che pensiamo di avviare tra non molto tempo”.

Strategic Bim

Terza delle 12 startup che abbiamo voluto guardare un po’ più da vicino è la torinese Strategic Bim che ha sviluppato una soluzione denominata UTwin per creare una copia digitale, un digital twin, di un edificio in cui fare confluire tutte le informazioni relativamente alla sua gestione, ai consumi, all’efficienza, alla manutenzione ecc. L’applicazione del building information modelling è aspetto fondamentale per il futuro delle costruzioni, secondo la startup torinese guidata da Roberto Demarchi, l’adozione di soluzioni BIM sarà obbligatoria in Italia e in Europa per tutti i nuovi edifici a partire dal 2025 e sarà adottata soprattutto perché è l’unico modo possibile per ottimizzare i consumi energetici e le strategie di manutenzione i cui costi sono destinati a salire nei prossimi anni, sviluppare anche in questo settore il principio del digital twin, che è applicabile in qualsiasi campo, appare quindi una soluzione efficace.

Sempre secondo la scaleup il mercato BIM varrà nel 2022 circa 5 miliardi di dollari che diverranno 15 miliardi di dollari entro il 2027 e la sua soluzione UTwin vuole posizionarsi in modo solido in questo mercato facendo leva sull’essere una soluzione all-in-one, di facile utilizzo e integrata on un ambiente collaborativo capace di fornire informazioni relative alla gestione degli edifici, alla gestione dei sensori e dispositivi IoT e di integrarsi anche con applicazioni di terze parti, come per esempio quella di un’altra scaleup che ha sede a Torino e che opera nell’ambito dell’efficienza energetica e che si chiama Enerbrain con la quale ha una partnership tecnica.

La scaleup che oltre ad avere partecipato al programma di accelerazione di Techstars è stata incubata da I3P del Politecnico di Torino, accelerata da Dubai Future Foundation, ha registrato un fatturato di 180 mila euro nel periodo 2020-2021, ha ricevuto fondi e grant per un totale di 400mila euro e ha già digitalizzato oltre un milione di metri quadrati presso edifici di clienti come Amazon, Lavazza, Lidl, Leroy Merlin, Angelini, UnipolSai, Aeroporto di Torino.

Strategic BIM collabora anche con aziende come Cisco e Lendlease è ora alla ricerca di nuovi fondi per circa un milione di euro da destinare per la gran parte alla ricerca e sviluppo, poi all’ampliamento del team e allo sviluppo delle attività a livello internazionale, per i prossimi anni ha l’obiettivo di gestire 20 edifici per un fatturato di 460 mila euro nel 2023, 52 edifici per 2 milioni di euro di fatturato entro il 2025 e 195 edifici per un fatturato di 7,6 milioni di euro entro il 2027.

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