Tempi duri generano startup forti (la rivincita dello scarafaggio)

Gli investitori infatti non vanno più alla ricerca degli unicorni, quelle realtà, rare, capaci di rivoluzionare il mondo, ma di scarafaggi, startup più snelle e dinamiche che hanno una grande capacità di adattamento

Pubblicato il 09 Apr 2020

Il time management per una startup corrisponde alla capacità di sapersi adattare al cambiamento il più velocemente possibile. Ne è convinto Joshua Priore, 28 anni, fondatore e CEO di Worldz, startup innovativa di Advertising Technologies, che racconta come anche questo ‘tempo sospeso’, legato all’emergenza COVID-19, possa rivelarsi prezioso per modificare le priorità e scegliere un approccio digitale.

startup forti
Il tema della gestione del tempo mi affascina fin dai tempi del liceo, tanto che gli avevo dedicato la mia tesina di maturità. Ero stato lungimirante perché poi mi sono trovato a dover usare al meglio questa risorsa quando, nel 2016, mi sono avventurato nel mondo delle startup e ho creato Worldz, la prima piattaforma e-commerce che attribuisce un valore economico alla popolarità sui social, offrendo uno sconto personalizzato per gli acquisti online.

Il tempo, infatti, insieme all’idea, al prodotto, all’esecuzione, al team e al “fattore C” (alias la fortuna), è uno degli elementi che, moltiplicati tra loro, determinano il successo – o il fallimento – di un’attività imprenditoriale. Il concetto di timing, riassumibile nell’espressione “fare la cosa giusta al momento giusto”, è solo in apparenza banale, perché ogni azione dell’imprenditore deve sempre tenere conto del momento storico in cui si programma e del target cui si rivolge.

Saper leggere e analizzare il contesto per una start up è fondamentale perché non è detto che il solo fatto di proporre un prodotto totalmente nuovo, rivoluzionario, sia sufficiente a decretarne il successo se il pubblico a cui si rivolge non è pronto a riceverlo. È una situazione che ho provato sulla mia pelle con Worldz.

Nel 2016 Worldz proponeva in Italia un prodotto innovativo in un settore innovativo, ma questo non bastava per vendere. La ragione era che i temi del social commerce e del marketing puntato sui micro e nano influencer erano prematuri: l’Italia segna un certo ritardo nella diffusione della cultura degli acquisti online e, qualche anno fa, era ancora assolutamente predominante il concetto dei brand ambassador con milioni di followers. Ci siamo trovati di fronte a clienti totalmente impreparati dal punto di vista tecnico nella creazione di un e-commerce, non abituati e neanche autonomi nell’installare tecnologie digitali. Così ho dovuto rafforzare il customer service per fornire un’assistenza tempestiva e conquistare la fiducia dei miei clienti.

Le nuove tecnologie hanno una capacità di diffusione molto accelerata. Basti pensare che l’elettricità ci ha messo 30 anni a entrare nelle case di 1 milione di italiani, mentre Facebook un solo anno a coinvolgere lo stesso numero di persone. Dalla mia esperienza sul campo ho imparato che bisogna dare alle persone quello di cui hanno bisogno in modo graduale, ma per farlo al meglio un imprenditore, specie nel mondo delle startup, deve essere lungimirante, leggere le situazioni e predisporre ciò che è necessario per stare al passo con i tempi e i cambiamenti, anche traumatici.

Lo vediamo bene oggi, in piena emergenza Coronavirus. Molte aziende e molti italiani si sono trovati totalmente impreparati di fronte a questa prova e la causa principale è la scarsa diffusione di un approccio digitale e dei mezzi per sostenerlo.

Solo poche aziende in ambito retail avevano anticipato i tempi ed erano pronte a vendere i loro prodotti online: oggi queste realtà hanno un vantaggio competitivo rispetto alle altre che, impreparate, stanno pagando lo scotto. Questo “tempo sospeso” però può trasformarsi in una opportunità per entrambe: per le prime, che devono comunque mantenere il vantaggio e il posizionamento acquisito, adottando i tool migliori per proporsi al pubblico – e in questo Worldz offre loro un’opportunità davvero innovativa; per le seconde, perché ora devono cambiare il loro modo di vendere e convertirsi alle piattaforme online. Di necessità virtù, insomma.

L’emergenza COVID-19 cambierà anche le abitudini dei consumatori, chiamati ad acquisire una consapevolezza nuova e a dare fiducia al commercio online, che ora è l’alternativa più valida per affrontare questa situazione. Si tratta, quindi, di uscire dalla propria comfort zone e di superare il rifiuto digitale.

Worldz non ha avuto un giorno di stop nella sua attività nonostante il difficile momento, proprio per la sua intrinseca componente digitale. Molti settori, a partire da quello della GDO, stanno vivendo un’impennata dell’attività online e sono convinto che, quando tutto questo sarà finito, ci sarà solo una lieve flessione ma che si sarà innescata una sorta di onda lunga che avrà cambiato definitivamente le abitudini di acquisto degli italiani. D’altronde “tempi duri creano uomini forti”.

Oggi lo sviluppo tecnologico corre veloce e la competizione è agguerrita e così per una startup la gestione del tempo – intesa come tempestività nel prendere decisioni – diventa essenziale. Gli investitori infatti non vanno più alla ricerca degli unicorni, quelle realtà, rare, capaci di rivoluzionare il mondo, ma di scarafaggi, startup più snelle e dinamiche che hanno una grande capacità di adattamento, che sanno resistere ai momenti di crisi e, senza perdere potenzialità, sono pronte nel momento in cui le condizioni migliorano.

Joshua Priore, fondatore e CEO di Worldz

Photo by Alan Emery on Unsplash

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