sfida

Translated 9 verso Capo Horn

Continua l’avventura della barca armata da Marco Trombetti e Isabelle Andrieu che ora è salpata per la seconda parte della regata Ocean Globe Race

Pubblicato il 24 Gen 2024

L'equipaggio di Translated 9 al momento della partenza da Auckland

Translated 9, la barca a vela di Translated, impegnata nella Ocean Globe Race, è salpata lo scorso 14 gennaio per la seconda parte della regata celebrativa della prima Whitbread, il giro del mondo in barca a vela in equipaggio, con un team composto per lo più da amatori.

Translated ha lasciato il porto di Auckland in Nuova Zelanda, puntando la sua prora alla volta di Punta del Este (Uruguay) per la terza tappa dell’Ocean Globe Race, la regata che celebra il 50enario del primo giro del mondo in barca a vela in equipaggio limitando i professionisti nell’equipaggio al 30% e la tecnologia a quella a disposizione negli anni ‘70. L’equipaggio di Translated 9 ha già vinto le prime due tappe della regata, da Southampton a Cape Town e da Cape Town ad Auckland, ed è chiamato ora alla prova più complicata: doppiare Capo Horn, noto come l’Everest della vela. Superare Capo Horn significa infatti affrontare con successo condizioni uniche dovute alla convergenza tra l’Oceano Pacifico e l’Oceano Atlantico. Il mare attorno a Capo Horn, situato alla punta estrema delle terre abitate, è infatti caratterizzato da una combinazione di correnti estreme, venti oltre i 50 nodi e onde alte fino a 30 metri.

Equipaggio da sette diverse nazionalità

Marco Trombetti e Isabelle Andrieu, co-fondatori di Translated, sono entrambi membri dell’equipaggio. Trombetti, co-skipper, era completamente nuovo alla vela fino a tre anni fa, quando ha deciso di partecipare alla sfida più umana di sempre per dimostrare che quando si mettono insieme persone di grandi valori e attitudini anche prove che sembrano impossibili possono essere superate.

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Dice Trombetti: “A Translated amiamo le sfide difficili, quelle che sembrano al di fuori delle nostre capacità, che ci fanno inizialmente paura ma per le quali abbiamo ammirazione. Le amiamo perché fanno crescere noi e le persone a noi vicine”. Aggiunge Andrieu, team coach di Translated 9: “Oggi, mentre l’IA domina le cronache, noi vogliamo ricordare la centralità degli umani in questa bellissima rivoluzione. Crediamo che solo una simbiosi tra esseri umani e macchine possa consentire a entrambi di superare le nuove sfide dell’umanità rispettando la dignità umana”.

L’equipaggio di Translated 9 è composto da 17 persone di 7 nazionalità diverse (Italia, Francia, Turchia, Belgio, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti) ed è stato selezionato tra oltre 1.500 appassionati che si sono candidati per partecipare al progetto. Translated 9 non è solo un’avventura sportiva, ma anche un progetto attorno a cui si stanno aggregando personalità del mondo della tecnologia e della lingua. Sotto la guida del sette volte campione del mondo di vela Paul Cayard, una barca a vela gemella ospita sessioni di training oceaniche nella baia di San Francisco dedicate a chi crede che con coraggio, determinazione e resilienza si possa ottenere qualsiasi cosa.

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