Plug and Play cresce in Italia con foodtech e fintech e fa il primo investimento

Plug and Play Italia presenta 10 startup foodtech e 12 in ambito sostenibilità, annuncia iil primo investimento e il lancio del programma fintech con UniCredit, Ubi Banca, PosteItaliane

Pubblicato il 06 Dic 2019

Plug and Play Italia, storico acceleratore e venture capital statunitense a Milano dal 2019,  entra nel vivo, ha presentato infatti le startup del suo primo batch, cioè il gruppo di startup selezionate per il suo programma di accelerazione, e ha annunciato le novità per il 2020.

Ricordiamo che Plug and Play (PnP) è l’acceleratore più grande nella Silicon Valley, ospita infatti 562 startup, il doppio del suo primo competitor, Y Combinator. Ha sedi in più di 30 città, tra America, Europa ed Asia con 300 grandi aziende partner come Carrefour, Coca Cola, PepsiCo, Samsung, e Mercedes. Nel 2018 ha organizzato 792 eventi, e, secondo il San Francisco Business Times, Plug and Play

Dalla sua nascita, PnP ha raccolto più di sette miliardi di dollari in venture capital, ogni anno realizza oltre 150 investimenti, negli ultimi 12 mesi sono state accelerate il 30% di startup in più rispetto all’anno precedente, con una divisione equa tra startup statunitensi e internazionali.

Avere un operatore di questo livello in Italia è dunque una grande opportunità per la crescita del nostro ecosistema. Come il Managing Director Zorzetto ci aveva detto tempo faalle startup non chiederemo né fee né equity perché, benché PnP sia anche un investitore, questi programmi sono pensati soprattutto per supportare la relazione tra le startup e le corporate nostre partner”.

La selezione di startup internazionali foodtech di Plug and Play Italia

Le dieci startup selezionate per il verticale sul food-tech, (partner Esselunga, Lavazza e TetraPack) ha chiamato a presentarsi la parigina Alcméon che ha sviluppato una piattaforma per la unificazione dei sistemi di messaggistica; Bext360 di Denver che utilizza la blockchain per ottimizzare la catena logistica; Lactips di Saint-Jean-Bonnefonds, che produce termoplastica biodegradabile e solubile in acqua; la londinese Polymateria Limited che ha messo a punto un prodotto che rende gli imballaggi di plastica biodegradabili secondo un tempo programmato e che si inserisce nel normale processo produttivo; Recycl3R che arriva da Palma De Mallorca e che ha creato un sistema in grado di raccogliere informazioni relativamente al processo di riciclaggio dei prodotti al fine di offrire informazioni utili a sviluppare modelli comportamentali sensibili alla protezione dell’ambiente; Talkin’ Things che ha sede a Las Vegas che aggiunge un’anima digitale a qualsiasi prodotto per renderlo appunto ‘parlante’ e quindi più facilmente gestibile durante tutta la filiera; ThroughPut che, nata nella Silicon Valley a Palo Alto, propone una tecnologia basata su intelligenza artificiale per ottimizzare i processi produttivi e distributivi eliminando in modo dinamico i colli di bottiglia; TIPA-Corp di Hod HaSharon con il suo programma per rendere gli imballaggi non più uno scarto ma elemento attivo del processo di creazione del valore; Value Bin di Milano che propone un’ app pensata per premiare le persone che riciclano correttamente e che condividono il cibo in eccesso;  Wonderflow che ha la sua sede ad Amsterdam e di cui abbiamo scritto qui che aiuta le aziende a comprendere la voce dei consumatori per migliorare i loro prodotti e servizi.

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Andrea Zorzetto, managing partner di Plug and Play per l’Italia ha enfatizzato come la scelta di queste aziende sia orientata non solo al miglioramento dell’industria del food ma anche alla sostenibilità.

Foodtech e sostenibilità coniugate nell’imprenditoria femminile

E proprio di sostenibilità hanno parlato le altre 12 startup che si sono presentate durante l’evento subito dopo un interessante panel moderato da Arianna Maschietto, corporate partnerships and program manager di Plug and Play Italia, dedicato all’imprenditorialità femminile.Il panel, denominato FoundHER, è stato animato dalle testimonianze di Francesca Bufano, co- fondatrice e Ceo di Oreegano di Bari che è uno strumento intelligente che consente a chiunque di definire le migliori scelte alimentari possibili in relazione alle proprie esigenze e specificità; di Marta Castrica co-fondatrice e Ceo di Feed from Food di Milano che raccoglie gli avanzi di cibo con specifiche caratteristiche e le trasforma in alimenti per animali domestici; Alice Melocchi co-fondatrice e Cso di Multiply Labs, società che ha sede a San Francisco e di cui scrivemmo qui.
Insieme a loro anche Lisa Di Sevo che è partner e investor manager di Prana Ventures.
Il panel ha voluto enfatizzare l’importanza dell’imprenditorialità femminile e il fatto che le imprenditrici hanno solide capacità e visione lungimirante al pari dei loro colleghi uomini e infatti non sono emerse particolari criticità dagli interventi delle imprenditrici se non forse, e Lisa Di Sevo lo ha enfatizzato, l’esigenza di rendere maggiormente sensibili gli investitori e coloro che investono nei fondi di VC.

Le 12 startup della sostenibilità

Tommaso Maschera, ventures associate di Plug and Play Italia ha moderato i pitch delle 12 startup sulla sostenibilità.
Si sono presentate BeeByte di Lione che utilizza l’intelligenza artificiale e l’Iot per consentire agli edifici di utilizzare meglio l’energia che consumano; Captive Systems di Bergamo che ha sviluppa microspugne magnetiche che consentono di rimuovere olii, carburanti, materiali organici, metalli da acque di scarto e da flussi di gas; Circulor di Londra che usa la blockchain, l’AI e l’Iot per gestire le supply chain in modo più trasparente; eLichens di Sunnyvale ha realizzato sensori per la misurazione della qualità dell’aria in relazione alla presenza di gas; Enerbrain di Torino intelligenza artificiale per lo smart building, di cui su Startupbusiness abbiamo scritto recentemente qui;  EnergiMine di Manchester che aiuta le organizzazioni e le aziende ad approvvigionarsi di energia nel modo migliore possibile; Gr3n di Lugano che ha sviluppato una innovativa tecnologia per il processo di riciclaggio chimico di PET e poliestere; Handerek Technologies di Varsavia che anch’essa ha sviluppato un sistema per il riciclaggio dei polimeri e quindi della plastica; Sapient Industries di Filadelfia con una tecnologia che consente di ottimizzare l’erogazione dell’energia sulla base dei consumi a livello delle singole prese elettriche; Sharingos di Londra che ha sviluppato una piattaforma per la mobilità condivisa basata su veicoli elettrici che permette a qualsiasi organizzare di realizzare la propria flotta; Sofi Filtration di Espoo ha messo a punto un macchinario per il filtraggio delle acque derivanti da produzioni industriali con già numerose installazioni in Europa, Italia compresa; SoundEnergy di Ensched che ha messo a punto un sofisticato sistema che converte in calore in raffreddamento facendo leva sulle differenze di temperatura che vengono gestite sotto forma di onde sonore.

Le novità 2020 di Plug and Play Italia

Zorzetto ha poi annunciato le novità che vedono Plug and Play Italia lanciare il programma fintech con partner come UniCredit, che già supporta il programma di fintech che Plug and Play ha a Francoforte, Ubi Banca e PosteItaliane che hanno deciso di supportare il progetto, a loro si aggiungerà presto anche Nexi.

Il primo investimento di Plug and Play Italia

Inoltre, siccome Plug and Play è anche un investitore è stato annunciato il primo deal su una startup guidata da italiani e si tratta di Bella&Bona che offre un servizio di preparazione e consegna di cibi di qualità pensato per le persone che lavorano in grandi aziende come Amazon, Palantir, Flixbus, Tableau Partner. Operazione di cui non è stata resa nota l’entità ma in cui Plug and Play è co-investitore insieme ad altri.

In chiusura dell’evento, che il giorno precedente ha visto anche la partecipazione di venture capital e di studenti delle università milanesi, sono state annunciate le due startup che sono state preferite tra quelle che hanno presentato e sono risultati vincitrici Wonderflow per quelle più legate al foodtech e Sapient Industries per quelle inserite nel batch dedicato alla sostenibilità.

“Ciò che per noi è importante – dice Zorzetto a Startupbusiness – è crescere, scalare per portare all’ecosistema italiano degli imprenditori innovativi nuove energie, nuove opportunità, più forte connessione internazionale e le cose che stiamo facendo insieme ai nostri partner industriali stanno andando proprio in quella direzione”.

[Cover image credits: Matthew Butler – Speed motion blur trails]

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