equity crowdfunding

Equity crowdfunding, la guida definitiva e il nuovo regolamento Consob

E’ una delle forme di finanza alternativa per la startup che hanno preso piede negli ultimi anni, grazie alle piattaforme tecnologiche. In Italia nel 2020 sono stati raccolti ben 122.468.132 euro con l’equity crowdfunding

Pubblicato il 04 Nov 2021

Il crowdfunding è uno strumento finanziario, un finanziamento collettivo che permette di raccogliere danaro, attraverso piattaforme digitali, da qualunque persona per sostenere la realizzazione di un progetto. Si è sviluppato quindi proprio con l’avvento del digitale ed è veramente uno strumento che registra un successo straordinario e si  pensa che anche in Italia il crowdfunding raggiungerà il miliardo di euro raccolti. Attualmente in Italia, secondo l’Osservatorio Crowdinvesting, ci sono 51 portali equity e 28 piattaforme di lending.

In parole povere, si potrebbe dire che il crowdfunding sia una colletta per finanziare particolari progetti, alla quale chiunque può accedere ottenendo diverse cose in cambio: nella forma di crowdfunding chiamato donation, il più vicino alla beneficienza non si ha nulla in cambio, solo a volte qualcosa di simbolico; nella forma reward si ottiene una futura ricompensa non in danaro ma in beni o servizi; il lending, permette l’erogazione di prestiti tra persone; nella forma dell’equity crowdfunding siamo, di fatto, di fronte a una vera e propria forma di investimento in capitale di rischio. Proprio quest’ultima forma approfondiremo oggi cominciando dal significato di ‘equity crowdfunding’.

Cosa significa ‘equity crowdfunding’?

L’equity crowdfunding è una forma di finanziamento di un progetto d’impresa, realizzato per mezzo di piattaforme digitali autorizzate, che permettono all’investitore di acquisire quote o azioni (equity) della società oggetto dell’investimento.

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Attraverso l’ “equity-based crowdfunding” , questa sarebbe la dicitura completa, si acquisisce un vero e proprio titolo di partecipazione in una società innovativa: la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa.

Percio’ l’equity crowdfunding è definito, insieme al lending, anche una forma di ‘crowdinvesting‘.

Equity crowdfunding Italia

In Italia l’equity crowdfunding è stato il primo Paese a normare questa tipologia di crowdfunding, a giugno 2013 Consob ha emanato un apposito regolamento che stabiliva che le piattaforme online di equity crowdfunding dovessero essere autorizzate dalla Consob e che lo strumento potessero utilizzarlo le società startup e pmi innovative.

Dal 3 gennaio 2018 è in vigore un nuovo regolamento di riferimento Consob per l’equity crowdfunding, che ha previsto l’allargamento anche a tutte le piccole e medie imprese italiane, e non solo più alle startup e alle Pmi innovative come in precedenza, della possibilità di raccogliere capitali attraverso l’equity crowdfunding.

La Tabella seguente (fonte: 6° report Osservatorio Crowdinvesting del Politecninco di Milano) riassume le principali tappe normative che riguardano l’equity crowdfunding in Italia.

DecretoPrincipali innovazioni
D.L. 179/2012 ‘Sviluppo-bis’Le startup innovative possono raccogliere capitale di rischio su portali
autorizzati dalla Consob, in deroga alla disciplina sulle offerte pubbliche

Norme operative in carico ad un apposito Regolamento Consob
D.L. 3/2015 (‘Decreto Investment  Compact’) Disciplina estesa alle PMI innovative e ai veicoli che investono
prevalentemente in
startup e PMI innovative
Introduzione dell’opzione di dematerializzazione delle quote del capitale

di
startup e PMI innovative
Legge 232/2016 (‘Legge di Stabilità 2017’) Disciplina estesa a tutte le PMI secondo la definizione UE
Legge 145/2018 (‘Legge di Bilancio 2019’) Facoltà per le piattaforme di equity crowdfunding autorizzate da Consob di collocare minibond a investitori professionali in una sezione dedicata
D.L. 34/2020 – Porta al 50% le detrazioni fiscali per le persone fisiche che investono nel capitale di rischio di startup e PMI innovative

Chi può raccogliere capitali tramite equity crowfunding?

Stante quanto detto in precedenza, in Italia possono raccogliere capitali ricorrendo all’equity crowdfunding, attualmente, le seguenti tipologie di società:

  • piccole e medie imprese;
  • piccole medie imprese innovative (PMI innovative);
  • startup innovative, comprese le startup innovative a vocazione sociale;
  • società di capitali che investono prevalentemente in piccole e medie imprese;
  • l’organismo di investimento collettivo del risparmio (“OICR”) che investe prevalentemente in piccole e medie imprese.

La nuova normativa europea ECSP sul Crowdfunding

Il prossimo 10 novembre entrarà in vigore il nuovo regolamento europeo sul crowdfunding per il business (ECSP – European Crowdfunding Service Providers), pubblicato il 20 ottobre 2020 nella Gazzetta Ufficiale UE e destinato a uniformare la regolamentazione del settore per incentivare la prestazione transfrontaliera dei servizi di crowdfunding, finora scoraggiata dal quadro normativo estremamente frammentato che la disciplinava. Sarà istituito presso l’ESMA un registro di tutti i fornitori autorizzati e delle piattaforme operanti nell’UE, ma di fatto le autorizzazioni ad operare saranno concesse sempre dall’autorità competente dello Stato membro in cui sono stabilite i gestori delle piattaforme. I fornitori di servizi di crowdfunding opereranno  sotto la vigilanza delle autorità competenti che hanno rilasciato l’autorizzazione.

Le novità che introduce tale regolamento riguardano soprattutto la tutela degli investitori non professionali, il conflitto di interessi, le responsabilità dei gestori anche nella selezione delle proposte, l’equiparazione fra equity e lending, la passaportazione europea, l’introduzione di una valutazione di appropriatezza con limiti di investimento.

Guida all’equity crowdfunding, come lanciare una campagna

Oramai il successo crescente ottenuto dall’equity crowdfunding in Italia, ci ha dimostrato che questa modalità di raccolta di capitali per le startup e pmi innovative funziona. In Italia nel 2020 sono stati raccolti ben 122.468.132 euro con l’equity crowdfunding.

Il vero problema è: come ottenere buoni risultati? Come sempre accade i migliori risultati arrivano grazie al duro lavoro, le competenze professionali, e la creazione di una strategia vincente. Se vogliamo avere successo in un’attività digitale, di qualunque cosa si tratti, dal vendere viaggi al raccogliere capitali, dobbiamo conoscere e utilizzare gli strumenti giusti.

In una campagna di crowdfunding di successo si tratta di racchiudere diversi aspetti, quasi tutti legati alla comunicazione per cui teniamo presente che i seguenti punti sono da sviluppare in modo efficace prima di lanciare la nostra campagna.

Fasi della campagna di equity crowdfunding

Pre-campagna: organizzazione

Principalmente gli aspetti fondamentali da considerare in questa fase sono volti alla lead generation, alla creazione di contenuti, il contatto con PR e giornali, la creazione di database per newsletter, la creazione della community, l’organizzazione di eventi di lancio.

Durante la campagna: execution

È la fase in cui convertiamo il lavoro precedente e trasformiamo i follower della nostra community in investitori. Durante la campagna dobbiamo utilizzare gli strumenti che vedremo più avanti, creare campagne pubblicitarie, diffondere la comunicazione sui social network, inviare DEM, organizzare investor day, comunicare, comunicare e comunicare.

Post-campagna: follow up

Sicuramente quella che sembrerebbe essere la fase meno importante, invece dobbiamo assolutamente dedicargli del tempo e delle risorse, infatti è qui dove consolidiamo il rapporto con la nostra community.

Elementi della campagna di equity crowdfunding

I documenti che servono per l’equity crowdfunding

Business plan, executive summary, perizie, brevetti, riconoscimenti, eventuali precedenti valutazioni provenienti da due diligence, la delibera di aumento di capitale, la parola chiave è trasparenza. Inutile pensare di tener nascosto dettagli del nostro business che possono emergere dall’analisi, che inevitabilmente un investitore eseguirà. Far luce sui punti di debolezza, tanto come sui punti di forza, rende affidabili e aumenta le possibilità che qualcuno investa.

La valutazione e il budget

Una valutazione pre-money della società è necessaria, molte piattaforme realizzeranno la propria valutazione, ma voi dovete arrivare già con le idee chiare.

Quindi appurato che la valutazione pre-money si basa su dati fondati, si determina il budget, ovvero l’obiettivo di raccolta, che dev’essere congruo alla fase di crescita in cui si trova la startup.

La comunicazione per una campagna di equity crowdfunding

I canali

Certamente dobbiamo sfruttare i social network e le possibilità che ci offrono per la propagazione della comunicazione, ma anche come fonte di raccolta di contatti. Selezionare quelli giusti è altrettanto fondamentale, in una campagna di equity crowdfunding non possiamo non presidiare Linkedin, AngelList, Twitter, Telegram, Instagram, Tik Tok, Clubhouse. Ovviamente non sono da dimenticare i canali tradizionali del mondo digitale: email, sito web e blog. E nemmeno i canali tradizionali tradizionali come comprare la pagina di un giornale o uno spot tv. Con la bussola puntata sul vostro target di investitore, lasciate anche spazio alla creatività.

Le tecniche

I nostri investitori non sono extraterrestri che vivono in un mondo parallelo, sono presenti nelle piattaforme digitali e le utilizzano esattamente come noi. Una volta trovato il nostro target dobbiamo utilizzare le tecniche adatte alla raccolta dei dati di queste persone, ne esistono parecchie e dipendono dalla piattaforma che utilizziamo.

Non esiste una campagna di comunicazione digitale che non utilizzi la newsletter, in modo costante e scientifico, dalla creazione del form di submission, alla profilatura dei contatti e l’invio di email.

Le PR, ovvero pubbliche relazioni, ci permettono di far arrivare il nostro messaggio agli influencer, cioè persone, spesso giornalisti, influenti nel nostro settore di riferimento. Se riusciamo a far parlare di noi a queste persone, la nostra comunicazione sarà infinitamente più potente.

Gli strumenti

Il famoso storytelling, ovvero raccontare la nostra storia in modo divertente e convincente, è una forma vincente di creare seguimento ed interessare le persone. Pochi saranno attirati dalla tua idea strabiliante, ma certamente alcuni lo saranno dal modo in cui saprai raccontarla.

È sempre più difficile creare una comunicazione efficace e in questo la creazione di un video è fondamentale. Ci servirà per raccontare la nostra storia, lo storytelling appunto, e così coinvolgere i nostri fan.

Il sito web è importantissimo, come il blog, che ci permette di raccogliere tutte le informazioni riguardanti le nostre attività, ma ancor più importanti, nel lancio di una campagna di equity crowdfunding, sono le landing page.

Una landing page è una pagina web dedicata a comunicare un messaggio particolare, come quello del lancio della campagna, racchiudendo elementi fondamentali come form per newsletter e bottoni di condivisione sui social network.

La syndacation

Altro aspetto fondamentale dell’equity crowdfunding è l’utilizzo della syndacation, che racchiude molteplici potenziali benefici, sia per le startup sia per gli investitori, tra i quali: a) gli investitori che partecipano tramite equity crowdfunding, possono seguire un lead investor, tipicamente un investitore qualificato (piccola holding di partecipazioni o super-angel) che si fa promotore dell’iniziativa e investe più degli altri; gli investitori restano titolari del proprio investimento (a differenza di costituire un SPV (Special Purpose Vehicle, ovvero una società veicolo) e possono uscire dal syndicate quando lo ritengono opportuno; il lead investor si fa carico della gestione dell’investimento (partecipare ad assemblee, Consigli di amministrazione, e quant’altro) a nome di tutti i partecipanti del syndicate, ed esponendo le esigenze della minoranza; ll lead investor riceve nessuna commissione per la gestione della società, ma realizzerà un carry (ovvero la percentuale che il syndicate trattiene sul ritorno dell’investimento, solitamente il 20%) in caso di liquidity event (ovvero quando si manifesta un evento che permette di liquidare la propria partecipazione, tipicamente la cessione o la quotazione in Borsa); la startup dialoga con un solo interlocutore, accelerando cosi la vita della società.

Gli strumenti finanziari partecipativi

Sebbene molti imprenditori si lancino nella creazione di startup, spesso non conoscono gli strumenti finanziari a loro disposizione. Gli Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP), ancora sconosciuti ai professionisti (commercialisti, avvocati, notai) ai quali spesso gli imprenditori si rivolgono, rappresentano per le startup un nuovo ed efficiente strumento finanziario per la raccolta di capitali.

Assimilabili alle convertible note, ma senza diritto di rimborso (ovvero senza obbligo di restituzione del capitale da parte della società), gli SFP costituiscono uno strumento per una snella modalità di raccolta di capitali e dovrebbero essere inseriti nell’atto costitutivo di tutte le startup.

Gli SFP consentono alle startup, in forma simile alle convertible note di: a) raccogliere capitali senza dover deliberare un aumento di capitale, con evidente risparmio di tempo e costi; b) non dover dare una valutazione alla società che si trova in una fase early stage e non ha valori attendibili, evitando di incorrere in errori che porterebbero a interminabili negoziazioni non indicate vista la necessità di velocità della startup; c) possono essere ceduti anche a fronte di prestazioni d’opera per work for equity o piani di stock option.

Per gli investitori early stage, tipicamente business angel che sono quelli che più di tutti rischiano la perdita del capitale investito, questo strumento consente di non diventare subito socio di una società che potenzialmente (nel 40% dei casi al primo anno e nel 60% dei casi al secondo anno) fallirà se non è capace di reperire ulteriori capitali (solitamente da venture capital).

Questo permette di evitare problematiche legate al fallimento delle società che, nonostante nel caso della startup siano state derogate le procedure concorsuali, prevedono comunque delle scocciature, tra cui prima di tutti il rating bancario.

Altri benefici sostanziali sono: a) entrare in un deal, senza aver bisogno di strutturare costosi term-sheet che verranno comunque negoziati dai venture capital nel round successivo e dei quali beneficeranno automaticamente anche i sottoscrittori precedenti, convertendo la propria opzione nella stessa categoria di quota/azione e b) accedere a uno sconto importante (20-30%) sulla valutazione del futuro aumento di capitale nel quale probabilmente entreranno i venture capital, convertendo la propria opzione nella stessa categoria di quota/azione.

Quali sono i rischi dell’equity crowdfunding?

Cominciamo con i vantaggi: dal 2020 è prevista una detrazione fiscale per le persone fisiche pari al 50% delle somme investite, fino ad un massimo detraibile di 100mila euro, purché l’investimento sia mantenuto per tre anni. Il principale vantaggio è naturalmente collegato al successo della società oggetto d’investimento, ma a ciò è collegato il principale rischio.

Il rischio dell’investimento in equity crowdfunding è quello tipico degli investimenti in capitale di rischio, che quanto abbiamo investito vada più o meno in fumo. Le perdite sono variabili in base alle specifiche circostanze che si vengono a creare, è differente se la società fallisce o se viene acquisita a un basso prezzo.

Le piattaforme di equity crowdfunding fanno una selezione accurata delle società che propongono una campagna, da questo punto di vista sono quasi una garanzia.

Pertanto, se si vuole cominciare a investire in startup, forse si può cominciare proprio dalle piattaforme di equity crowdfunding, che forniscono tutte le informazioni e gli strumenti per capire cosa stiamo facendo. Il consiglio è quello di investire solo le somme che possiamo eventualmente perdere, nonchè di cominciare da startup che operano in settori che conosciamo bene.

Le piattaforme di equity crowdfunding in Italia

Ecco una serie di portali di equity crowdfunding esistenti in Italia:

MamaCrowd. Piattaforma di equity crowdfunding nata dall’esperienza di SiamoSoci, piattaforma di matching tra startup e business angels. Permette di investire in startup e PMI innovative, nonchè in società o OICR che investono prevalentemente in startup e PMI innovative.

200 Crowd. Il punto d’incontro tra investitori e aziende private innovative.

Opstart.it – (primo portale per raccolta nel 2020) – Il suo valore aggiunto consiste nell’offrire ad entrambe le tipologie di interlocutori, innovatori e investitori, le idonee garanzie di professionalità e competenza affinché possano incontrarsi con facilità.

Crowdfundme. Piattaforma di equity crowdfunding il cui motto è “innovare, investire, crescere”.

Ecomill. Sostenibilità, innovazione e aggregazione sociale. Sono questi i valori da promuovere secondo Ecomill, piattaforma dedicata a progetti ad alto valore innovativo nel settore energetico e ambientale.

Equinvest. Si definisce una “una boutique finanziaria che si occupa di investimenti in società di piccola dimensione che operano in mercati in crescita”. Opera sia come società di venture capital che come piattaforma di equity crowdfunding.

EquityStartupEquityStartup è un’iniziativa di Ascomfidi Nord – Ovest, cooperativa di Garanzia Fidi. Il  suo obiettivo è favorire la crescita delle PMI facilitandone l’accesso al credito.

Fundera. Piattaforma dedicata esclusivamente al settore cleantech, con l’obiettivo di aiutare a finanziare startup, progetti ed iniziative che promuovono tecnologie e servizi a basso impatto ambientale.

Investi-re.it. La piattaforma web di Baldi & Partners Srl autorizzata da Consob a svolgere attività di equity crowdfunding.

Starsup.it
Actioncrowd.it

200crowd.com

Nextequity.it

Muumlab.com

Wearestarting.it

Backtowork24.com

Cofyp.com

Clubdealonline.com

Walliance.eu

Ideacrowdfunding.it

Thebestequity.com

Leonardoequity.com

Concreteinvesting.com

It.lita.co

Lifeseeder.com
Extrafunding.it

Crowdinvestitalia.it

House4crowd.com

Doorwayplatform.com

Buildaround.eu

Startfunding.it

Forcrowd.it

Gopmi.it

Crowdkasse.it

Crewfunding.it
Mybestinvest.it

Hensoo.it

Capital4solutions.com

Ecrowdengineering.com

Fundyourjump.eu

Activant.eu

Pariterequity.com

Re-anima.com

Nestmoney.it

Fundscovery.com

Puzzlefunding.com

Foxcrowd.it

Upsidetown.it

Bildap.eu

2meet2biz.com

Realre.it

Brickup.it

Agri4crowd.com

Epic.it

Il marchio unico europeo

Il crowdfunding è uno dei servizi finanziari non ancora regolati in modo uniforme a livello europeo. Ad oggi solo alcuni Stati membri hanno introdotto una disciplina ad hoc in materia (l’Italia è stato il primo Stato membro a farlo, nel 2013), mentre in altri Paesi i gestori delle piattaforme di crowdfunding operano senza un quadro legislativo di riferimento. Pertanto, per operare in più Stati membri i fornitori di servizi di crowdfunding sono tenuti a conformarsi a quadri normativi nazionali molto diversi tra loro e ad ottenere l’autorizzazione da parte di più autorità nazionali competenti, con la conseguente ridotta possibilità di sviluppare un mercato integrato dei servizi di crowdfunding a livello dell’Unione.

Lo scorso 8 marzo la Commissione Europea unitamente al FinTech Action plan ha presentato una proposta di regolamento sui fornitori di servizi di crowdfunding.

Il Piano di azione UE mira a sfruttare le opportunità offerte dall’attuale sviluppo dell’innovazione tecnologica nei servizi finanziari, per rendere più competitivo il settore finanziario europeo e creare un quadro normativo tendenzialmente uniforme sul Fintech. La proposta di regolamento della Commissione intende raggiungere questo obiettivo istituendo un marchio europeo per le piattaforme di crowdfunding che permetta ai gestori di fornire, e alle imprese di usufruire di, un servizio di raccolta di finanziamenti transfrontaliero in regime di mutuo riconoscimento tra gli Stati membri.

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