Escalation e-commerce, di necessità virtù

La crisi sanitaria è stata un segnale di sveglia per molti commercianti e costretto tanti ad accelerare il proprio ingresso nel digitale, in questo momento ancora di salvezza

Pubblicato il 09 Apr 2020

Quel boom dell’ecommerce atteso da anni è arrivato insieme al coronavirus. E’ il rovescio – positivo – della medaglia, questa accelerazione avvenuta in tutti i servizi basati sul digitale, si pensi anche allo smart working e alla formazione online.

Il lockdown e le restrizioni alla circolazione per tutti i cittadini hanno creato parecchie ansie nella popolazione, hanno reso più complesso l’acquisto dei beni necessari e il commercio elettronico è diventato un’ancora di salvezza, per i cittadini, ma anche per gli stessi commercianti.

“Il settore dell’e-commerce può offrire un supporto insostituibile alle persone, permettendo loro di ordinare online diverse tipologie di prodotto, soprattutto quelli di prima necessità – afferma Joshua Priore, fondatore e CEO di Worldz, piattaforma di Social Commerce, nata nel 2016, che proprio sulle potenzialità dell’e-commerce e dell’effetto booster dei social network ha fondato il suo business – La tendenza cui stiamo assistendo rappresenta una sfida e, al tempo stesso, un’opportunità soprattutto perché, nel contesto di emergenza, anche coloro che prima non erano abituati a fare acquisti online oggi stanno mettendo da parte la propria diffidenza verso questo strumento, determinando un incremento delle vendite online”.

I dati di mercato

Secondo i dati Nielsen, l’emergenza contagio sta determinando un aumento delle vendite online di prodotti di largo consumo pari all’81%, circa 30 punti percentuali in più rispetto al periodo precedente all’esplosione dell’emergenza sanitaria legata. Dal punto di vista geografico, le percentuali più elevate in termini di vendita si sono registrate al Sud Italia (15,8%), seguito da Centro e Nord Italia (+12,8%).

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Ma il vero boom lo ha registrato l’ecommerce di prodotti alimentari: nella settimana analizzata da Nielsen “sono aumentate dell’82,3% le vendite online di prodotti di largo consumo.

“Il processo di digitalizzazione forzato sta obbligando le aziende, che non l’avevano fatto prima, a dotarsi di e-commerce, mentre i consumatori stanno cambiando radicalmente le loro abitudini di acquisto, prendendo confidenza con gli strumenti digitali e imparando ad usarli con maggiore consapevolezza. La difficile esperienza che stiamo vivendo ha, almeno in parte, sconfitto o attenuato la diffidenza dei consumatori verso gli e-commerce” continua Joshua Priore.

Netcomm ha condotto una ricerca quasi in real-time su 200 associati scoprendo che, nell’ultimo mese, il 75% degli acquirenti da siti di e-commerce sono dei neofiti.

Ripensare le modalità di vendita è un tema che si sta imponendo a brand e i retailer, sottolineando l’importanza della capacità di adattamento agli scenari e alle modalità di acquisto e consumo, che possono cambiare repentinamente.

Proviamo a pensarci un attimo: anche ipotizzando la fine del lockdowdn, quanti di noi ricominceranno a provare decine di capi, nel negozio di una grande catena, affollato al sabato pomeriggio? Quanti di noi sono pronti ad affrontare con leggerezza un tour all’Ikea?  O semplicemente fare la spesa al supermercato? Sono due esempi fra tanti, che rispecchiano situazioni tipiche di shopping ed evidenziano il fatto che qualcosa dovrà cambiare nel retail per ricominciare ‘a vendere’. Questo qualcosa riguarderà sicuramente un ripensamento degli spazi fisici, ma riguarderà anche un massiccio trasloco dei negozi, piccoli e grandi, sul web.

Infatti, già in questo periodo chi in maniera lungimirante aveva investito negli e-shop, adesso ha visto un’impennata delle vendite: gli e-commerce sono stati la risposta pronta alle necessità dei consumatori in un momento di eccezionale difficoltà, tanto che l’87% degli utenti attivi ha dichiarato di aver cercato prodotti e servizi da comprare online.

“Il consumatore ora presta attenzione alla scelta dei brand, soffermandosi maggiormente su aspetti nuovi, come i valori che un brand trasmette, l’impegno nel sostenere il bene collettivo o la capacità di offrire vantaggi ai propri clienti, tra cui spiccano offerte e prezzi piú competitivi rispetto al commercio tradizionale – afferma Joshua Priore – La comprensione del modo e degli strumenti migliori per soddisfare i nuovi bisogni dei clienti, unita alla comunicazione e all’efficientamento dei servizi e dei vantaggi offerti, giocano un ruolo fondamentale in questa situazione straordinaria, in quanto consentono ai brand di far sentire la loro presenza, investendo nelle relazioni con i propri consumatori per costruire con essi un rapporto più a lungo termine. Essere in grado di adattarsi alle nuove sfide, consentirà alle aziende di fidelizzare nuovi clienti sul lungo periodo, grazie ad una comunicazione reattiva e solida e una base di clienti ingaggiata e fiduciosa”.

Anche Worldz , la società fondata da Priore, ha avuto conferma dai suoi partner del momento di business positivo. Sono oltre 100 ad oggi gli e-commerce partner di questa startup, appartenenti a diverse categorie merceologiche e dimensioni, per esempio Yeppon (negozio online di elettrodomestici, informatica, arredamento per la casa e brico); Kaffito ( rivenditore di capsule e cialde di caffè) e Olico (e-commerce specializzato nella vendita di olio EVO e di prodotti italiani gourmet) e da un’indagine interna realizzata da Worldz, la maggior parte di questi ha registrato un incremento delle vendite, dovuto alla rivoluzione innescata dall’emergenza Coronavirus.

A dimostrazione del fatto che ai neofiti del commercio elettronico serviva fondamentalmente ‘rompere il ghiaccio’; fatto ciò grazie agli acquisti di prima necessità, si sono resi conto dell’incredibile offerta dell’online e di quanto sia facile comprare. L’unico neo del momento è costituito dalla logistica che risente del caos emergenza. Ma da questa transizione all’e-commerce non si torna più indietro. Amazon sta assumendo 100mila persone in US fra addetti ai magazzini e alle consegne per affrontare l’impennata e sta aumentando gli stipendi worldwide.

E-commerce e utilità sociale

Questa emergenza sta rendendo evidente i vantaggi del commercio elettronico non solo per la sostenibilità delle imprese, ma anche in un’ottica di servizio di pubblica utilità. E-commerce e servizi di delivery non sono soltanto una comodità, per molte persone puo’ rappresentare un importante miglioramento nella qualità della vita: persone con disabilità motorie, persone anziane, famiglie in cui gli impegni lavorativi o diverse condizioni rendono difficoltosa l’organizzazione, persone che abitano in aree rurali o periferiche.

Ne aveva parlato con noi Federico Sargenti, Ceo di Supermercato24, il marketplace italiano della spesa online con consegna a casa in giornata realizzata da personal shopper,  che a seguito del lockdown ha triplicato il numero dei nuovi iscritti al servizio. La società aveva attivato l’annullamento dei costi di consegna per tutto il mese di marzo per i clienti over 65 dell’area di Milano, iniziativa realizzata in collaborazione con i partner Coop Lombardia, Bennet, Carrefour Italia, Conad, Iper La grande I, MD.

“Negli ultimi giorni sono state tantissime le persone che hanno deciso di affidarsi a noi per affrontare una situazione sicuramente particolare” – ci aveva detto Federico Sargenti – “Crediamo che il nostro servizio abbia una forte utilità sociale e ciò che sta accadendo in questi giorni ne è la conferma. Siamo contenti se, in un momento così delicato, tante persone sono riuscite a sentirsi più tranquille grazie al nostro lavoro. Per questo, dopo l’avvio del progetto con Coop Lombardia abbiamo voluto coinvolgere anche altri partner nell’iniziativa e fronteggiare insieme a loro questa emergenza, per supportare, insieme, Milano e i suoi abitanti più esposti.

Il nostro è un modello di business unico e innovativo, capace di rispondere a bisogni reali (pensate al genitore lavoratore che ha poco tempo, l’anziano che non può portare spesa pesante, chi ha disabilità e non avrebbe accesso al servizio fuori dalle grandi città), attraverso una piattaforma efficiente, pratica e user-friendly.

E-commerce, frontiera Cina

Vent’anni fa, in piena esplosione della Sars, il 10 maggio 2003 Alibaba lanciò Taobao che sarebbe diventato il sito di e-commerce più grande del mondo. Come si racconta in questo interessante articolo di CorCom, il colosso cinese sa come pochi trasformare le difficoltà in opportunità. E ha una potenza e velocità di esecuzione pazzesca.

Per esempio, tra il 26 ed il 30 di marzo, ancora in lockdown, la Cina ha trasformato il suo appuntamento principale con la moda, la Shanghai Fashion Week in un nuovo format: oltre 150 brand hanno sfilato con la loro collezione autunno inverno 2020 vendendo contemporaneamente i lori abiti in streaming su Tmall, la piattaforma di Alibaba con 500 milioni di utenti. Oltre 2.5 milioni di persone hanno guardato la cerimonia di apertura, mentre 6 milioni hanno assistito alle sfilate del 1° giorno.

Taobao Live, il canale di livestreaming di Alibaba Group, sta aiutando i rivenditori fisici costretti a chiudere a utilizzare le sue tecnologie per potenziare l’esperienza di acquisto dei consumatori.

Come riporta Affari Italiani, mentre le modalità operative offline venivano interrotte dall’emergenza coronavirus, Taobao Live offriva alle aziende un’ancora di salvezza per raggiungere un vasto pubblico, considerati gli oltre 800 milioni di utenti attivi mensili che visitano i siti di e-commerce di Alibaba. A febbraio, Taobao Live ha rimosso i costi di iscrizione per i piccoli commercianti. Il risultato è che il numero di iscritti alla piattaforma è aumentato del 719% rispetto al mese precedente.

“L’attuale crisi sanitaria è stata un segnale di sveglia per molti commercianti”, ha affermato Yu Feng, direttore senior dei contenuti e-commerce di Taobao. “Ha spinto molti ad accelerare il proprio aggiornamento digitale, così da rendere le attività più dinamiche e resistenti”.

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