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Back Market, la scaleup francese punta all’Italia

La società che opera nel settore dei prodotti di elettronica ricondizionati vuole crescere nel nostro Paese puntando anche alla sostenibilità

Pubblicato il 11 Mag 2022

Back Market è una scaleup fondata in Francia nel 2014, che oggi si presenta al mercato come il principale marketplace mondiale dedicato esclusivamente ai prodotti elettronici ricondizionati che conta circa 6 milioni di clienti. “Siamo attivi commercialmente in tre continenti e 16 Paesi, dalla Francia agli Stati Uniti, dal Giappone all’Italia – dice a Startupbusiness Stefano Ravani, general manager per l’Italia – . Dal 2019 a oggi il nostro fatturato è cresciuto del 140% e attualmente contiamo 650 dipendenti. La bontà del nostro modello di business è testimoniata dal successo dei round di finanziamento: la fiducia degli investitori ci ha consentito di raccoglier in totale 884 milioni di euro: 7 milioni nel 2017, 41 milioni nel 2018, 110 milioni nel 2020, 276 milioni nel 2021 e 450 milioni all’inizio del 2022, quando, peraltro, Back Market ha raggiunto una valorizzazione pari a 5,1 miliardi di euro.

Stefano Ravani, general manager Back Market Italia
Stefano Ravani, general manager Back Market Italia

Il mercato dei prodotti elettronici ricondizionati è un fenomeno relativamente recente, ciò spiega la mancanza ancora di dati aggregati che fotografino la sua dimensione reale. Più agevole è farne una stima attendibile, prendendo in considerazione solo il settore degli smartphone che, secondo una recente stima di Counterpoint, raggiungerà globalmente il valore di 59 miliardi di euro entro il 2024. “La situazione, in termini di quote di mercato, è molto frammentata nel mondo ma noi primi in Europa, stiamo lavorando alacremente e con successo allo sviluppo in Nordamerica e puntiamo fortemente sull’Asia, convinti di avere qui enormi opportunità di espansione”.

Anche in Italia si può prendere come riferimento il settore degli smartphone, visto che è il prodotto maggiormente richiesto nel mondo del ricondizionato, partendo però dai dati di vendita del nuovo: questo mercato vale circa 6 miliardi di euro ed è utile fare un parallelismo con la situazione in Francia. Il tasso di penetrazione degli smartphone presso la popolazione italiana è pari all’85%, mentre oltralpe è del 77%.

In pochi anni in Francia Back Market è diventato leader del ricondizionato, anche perché ha inventato quel mercato, pur consapevoli, dunque, della diversità del contesto di partenza, le similitudini esistenti sono comunque tante e ci prospettano enormi potenzialità di crescita. Attualmente il giro d’affari, determinato dalle vendite non solo degli smartphone ricondizionati ma anche usati, ammonta in Italia a circa 550 milioni di euro (fonte: PMR Analysis – Persistence Market Research): nonostante abbia operato finora senza un presidio diretto e con una mera localizzazione del sito in lingua italiana, Back Market ha comunque registrato alcune decine di milioni di euro di fatturato.  Certo, siamo ben lontani da posizioni di leadership, ma con la costruzione di un team locale cambiano le prospettive e il nostro modello di business può essere vincente in un mercato parcellizzato in tanti ricondizionatori di piccolissime dimensioni”.

“Come Back Market, siamo molto ambiziosi e puntiamo a raggiungere la leadership anche in Italia entro pochi anni. Contiamo di riuscirci con una strategia in quattro direzioni. In primis, l’attenzione ossessiva alla qualità. Rispetto a tanti player che scommettono solo sul prezzo, noi puntiamo alla durata nel tempo sia dei prodotti venduti, per ridurne l’impatto ambientale, sia delle relazioni con i clienti rendendoli soddisfatti degli acquisti non solo al momento dell’ordine. Per questo, con un sistema di controlli minuziosi, accertiamo costantemente la conformità dei ricondizionatori professionisti, ammessi alla nostra piattaforma, ai rigidi standard richiesti. Per esempio, mediante periodi di quarantena con un limite di 10 prodotti vendibili al giorno per i partner in ingresso e analisi finale e dettagliata del servizio da loro erogato. E con il monitoraggio continuo dei dati, quali migliaia di domande o segnalazioni effettuate dai clienti. E ancora eseguendo più di 100 ordini al mese, in incognito mediante pseudonimi, ai nostri partner per appurarne la qualità di prodotto, ricondizionamento, consegna, supporto post-vendita e quant’altro. In tal senso, ed è questa la seconda direzione strategica, è fondamentale sviluppare la rete locale di partner selezionati, dando opportunità a tante micro-piccole imprese e valorizzando così un’eccellenza tipica italiana. Poi, intendiamo accelerare la diversificazione della gamma di prodotti offerti: gli smartphone registrano indubbiamente i volumi maggiori ma tanti altri prodotti, ricondizionati, sono parimenti vantaggiosi. In Francia, i consumatori lo sanno bene e lo stesso avverrà da noi. Ultimo in ordine ma non per rilevanza, anche etica, vogliamo rispondere a un’esigenza sempre più forte, quella di consumi davvero sostenibili: è una propensione già forte tra i giovani ma cresce anche tra i clienti più maturi. Peraltro, noi possiamo averea un ruolo divulgativo ed educativo sul tema: dal 2014, gli acquisti di smartphone ricondizionati su Back Market hanno evitato l’emissione di oltre 580.144 tonnellate di CO2, l’estrazione e l’utilizzo di 1.878.480 tonnellate di materie prime, il consumo di 498.015.680.400 litri d’acqua e la produzione di 1.274 tonnellate di rifiuti elettronici”. (Photo by Warren Wong on Unsplash )

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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