Chi ha fiducia nei nativi digitali? Iniziative italiane per l'empowerment dei teen ager

Pubblicato il 15 Apr 2013

I nativi digitali sono l'uomo nuovo, quello che fra qualche secolo verrà inserito nella tavola del tempo come homo tecnologicus dopo il sapiens sapiens.

La scuola di oggi per loro è vecchissima, noiosissima. Il nostro Paese ha smesso da un pò di credere che investire sull'education sia appunto, non solo un dovere democratico, ma anche un investimento sulle persone e sul futuro. Certo ci sono i dirigenti, docenti, educatori, maestre che lottano ogni giorno dentro le aule per realizzare un progetto educativo degno di questo nome, una didattica che si misura con i bambini/giovani molto diversi da quelli di ieri; ma tali persone sono delle adorabili eccezioni.

Ci sono anche iniziative che intersecano il mondo della scuola o il mondo dei bambini e dei teen ager che sono davvero molto belle e sono da tenere in grande considerazione perchè l'impatto che hanno, l'apprezzamento che ricevono dai diretti interessati è il segnale che sono la strada giusta.

Ecco una piccola selezione di alcune di queste iniziative significative.

Junior Achievement (JA)

E' una no-profit internazionale nata in US nel 1919 che opera anche in Italia dal 2002, promuovendo la formazione economica e la cultura imprenditoriale nelle scuole (primarie e secondarie) attraverso la realizzazione di lezioni in classe, startup competition, programmi imprenditorialità. Per fare questo si avvalgono della collaborazione di volontari: imprenditori, manager, business angel, tecnici, liberi professionisti, che si mettono a disposizione gratuitamente per trasferire ai ragazzi le proprie competenze o fare da mentor in particolari progetti. Le iniziative JA si realizzano all'interno della scuola pubblica, grazie all'adesione al programma di singoli Istituti e dei relativi dirigenti scolastici e alla sponsorizzazione di aziende private.

Certamente negli ultimi due anni abbiamo assistito a una maggiore attenzione da parte delle istituzioni a supportare iniziative di start-up o, più semplicemente, a investire nei giovani e nelle loro idee. – afferma Miriam Cresta, Direttore Generale di Junior Achievement Italia (vedi intervista completa qui) – Si tratta di un aspetto cultura e sociale, i cui effetti si vedranno nel lungo periodo ma per fortuna siamo partiti! Il dato reale è che per la prima volta abbiamo avuto due Ministeri – quello dello Sviluppo Economico e quello dell’ Istruzione – molto più attivi nel sostenere con concretezza il nostro progetto. E questo, solo perché rispondeva a una logica di “buona opportunità” per le nostre scuole e i nostri giovani e quindi per il nostro Paese. Questo è per noi quello che dovrebbero fare le istituzioni di un Paese moderno“.

Per fare un esempio delle varie cose che JA organizza, ne segnalo uno che ho vissuto in prima persona. Lo scorso 12 febbraio a Talent Garden Milano si è svolto l'Innovation Camp: 80 giovani dai 16 ai 19 anni provenienti da diverse scuole superiori di Milano, Brescia, Pordenone, Savona, Varese, Roma, Bergamo, Lucca e Vicenza si sono sfidati mettendo in campo tutta la loro creatività e le loro competenze nelle aree “STEM” (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), raccogliendo la sfida proposta dallo sponsor BlackBerry che era quella di “risolvere un problema sociale italiano con l'uso delle tecnologie mobile”.

In poche ore, divisi in squadre composte da coetanei di altre scuole, i ragazzi hanno velocemente cominciato a lavorare insieme, mettendo a fattore comune tutte le loro risorse e competenze per realizzare un business plan sintetico e una presentazione multimediale. Ha vinto in questa occasione il progetto “Easy Life”, un’applicazione gratuita per smartphone, tablet e netbook dedicata ai portatori di disabilità motorie che consente di riacquistare autonomia, agevolando gli spostamenti in città e individuando i luoghi di interesse facilmente accessibili o adeguatamente attrezzati.

Questo è il sito ufficiale JA, questo twitter @jaitalia

ImparaDigitale

Il Centro Studi Impara Digitale è un'associazione nata 2012 (per iniziativa di Dianora Bardi) con una precisa missione: far entrare la scuola italiana nell'era digitale. Sopratutto facendo accettare alla scuola l'idea che sia possibile realizzare una didattica più innovativa abilitata attraverso l'uso di tecnologie digitali. Per esempio i tablet. Ma il fine non è adottare i tablet, bensì sfruttare le potenzialità dello strumento per costruire un percorso nuovo che porta alla conoscenza.

Supportano l'associazione anche esperti del web e promotori della cultura digitale quali Stefano Quintarelli, Marco Zamperini, Frieda Brioschi, Paolo Valenti.

Il 5 e 6 aprile scorsi, a Bergamo, ImparaDigitale ha organizzato il primo meeting nazionale sulla scuola digitale vista dagli studenti: seicento ragazzi che hanno già sperimentato una didattica creata a misura delle nuove tecnologie digitali, hanno affrontato i temi legati al cambiamento delle relazioni in classe e fuori, all’uso di testi e le lavagne interattive al posto di pdf fissi, alla selezione delle fonti di informazione, ma anche alle accortezze da usare con alcuni tablet e in caso di problemi alla vista, nonché ai miglioramenti conseguiti in caso di dislessia e al modo di affrontare il cyber bullismo.

Siamo stati i primi a portare i tablet in classe, tre anni fa, ma ci siamo resi conto che da solo il tablet non basta. Serve una vera e propria svolta. E così nel Liceo Lussana abbiamo messo a punto una nuova didattica fondata sull’uso delle nuove tecnologie – spiega Dianora Bardi, vicepresidente di ImparaDigitale e docente nell’Istituto Scolastico bergamasco. – L’iniziativa “Generazione web” lanciata dall’Ufficio scolastico della regione Lombardia, ci ha consentito di usufruire di 12,5 milioni di euro per fornire alle classi prime e terze delle scuole superiori strumenti tecnologici, e-book e tablet da usare per l’apprendimento. Così abbiamo potuto applicare il nuovo metodo di insegnamento. Nel marzo 2012, con l’attivazione del Centro Studi Impara Digitale, 24 scuole sparse in tutta Italia si sono associate alla nostra rete e hanno cominciato ad applicare lo stesso metodo sotto il costante monitoraggio dell’Università Bocconi”.

La nuova didattica sarà ora ripresa nelle 400 scuole assegnatarie dei fondi della Regione e del Miur per creare delle aule digitali.

Questo il sito ufficiale, segui @imparadigitale

CoderDojo

Come non innamorarsi di un'iniziativa come CoderDojo?

E' un movimento globale, figlio della cultura digitale, open source e collaborativa della rete, promosso originariamente da un ragazzo irlandese, James Whelton, che ha trovato abbastanza velocemente un primo supporter in un investitore, Bill Liao.

Quello che fa CoderDojo è avvicinare, stimolare, insegnare ai più giovani i processi di creazione del web e del software, quindi: coding, sviluppo app, siti web, giochi.

In realtà lo scopo di CoderDojo non è solo sfornare programmatori – dice Angelo Sala, uno dei mentor che organizza CoderDojo Milano – ma più ampiamente mostrare ai ragazzi un modo di ragionare alternativo, che è quello tipico del problem solving utilizzato dai programmatori, e che loro possono poi applicare in qualunque occasione. Devo dire che la risposta dei ragazzi è davvero grandiosa, danno risposte molto creative”.

L'organizzazione dei CoderDojo avviene attraverso il coinvolgimento di volontari esperti (mentor) e su stimolo a livello locale (start a dojo today!) che permette di organizzare in modo teoricamente capillare e diffuso sessioni di programmazione gratuiti per i bambini dai 4 anni in su. Quindi il Coderdojo può svolgersi sia nella grande città così come nel piccolo paesino, ovunque possa esprimersi un interesse in questo senso.

Per tutti, una sola è la regola: Be cool! bullying, lying, wasting people’s time and so on is uncool.

In Italia i CoderDojo si vanno diffondendo da qualche mese, i prossimi appuntamenti sono a Firenze, Bologna, Catania, Brescia e Milano.

Nel capoluogo lombardo il prossimo incontro sarà il 20 aprile (dedicato a ragazzi 7-12 anni) presso gli spazi di Talent Garden. Questa data è in realtà già sold out, ma per chi volesse seguire gli aggiornamenti sui prossimi appuntamenti, CoderDojo Milano ha un proprio sito, questo è l'indirizzo, mentre questa è la pagina FB, questo l'hashtag da seguire #CoderDojoMi.

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