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Rejection Is a Sign You’re Onto Something New (Paola Antonelli)

Pubblicato il 12 Gen 2016

L’italiana Paola Antonelli è stata per 21 anni il curatore del Museum of Modern Art (MoMA) di New York City. La sua carriera è stata dedicata a mettere insieme mostre provocatorie e innovative, che   spesso hanno attirato le critiche.

L’ Antonelli ha molta sensibilità verso il mondo scientifico, tecnologico e web: quando ha cominciato a lavorare per il MoMa nel 1995 ha realizzato da sola il primo sito web del Museo, imparando l’html da uno studente. In tempi più recenti ha ricevuto molte critiche per aver realizzato una mostra sui video games (ne parla nel video), portando quindi il “coding” a essere anche una forma d’arte contemporanea.

In questo discorso, Antonelli condivide perché il fallimento e il rifiuto sono due sentimenti creativi con i quali chi lavora nel mondo dell’arte (come lo fa lei) non solo deve acquisire familiarità, ma deve imparare ad abbracciare completamente. “Il nostro lavoro può essere un’arma per aiutare davvero le persone a capire come essere cittadini migliori,” dice. “Ma solo se ci sarà permesso di fare mostre che impressionano, disgustano, e talvolta, addirittura falliscono.”

Ciò di cui parla Paola Antonelli è, in definitiva, ciò che nel contesto imprenditoriale e startup chiamiamo disruption: un elemento caratteristico dell’innovazione, capace di modificare repentinamente e profondamente modelli e sistemi consolidati, creando nuovi spazi e nuove culture.

La disruption (così come la provocazione nell’arte) è sempre una sfida che pone di fronte alla possibilità del rifiuto e addirittura del fallimento, per questo è necessario imparare a conviverci e essere consapevoli che talvolta è proprio il rifiuto e la critica a indicarci che stiamo facendo davvero qualcosa di innovativo e rappresentare la vera misura del successo.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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