Heroes di Maratea: visioni, crowdinvesting, startup

Pubblicato il 29 Set 2016

Fare innovazione al sud

Centosessanta tra ospiti e relatori, cinquecento visitatori, 90 iniziative, 195 startup presenti di cui 47 in gara. Questi i numeri principali della prima edizione di Heroes (di cui Startupbusiness ha anticipato qui).

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La prima edizione di quello che si è definito come Euro-Mediterranean Co-innovation Festival ha saputo raccogliere in una località non proprio consueta e nemmeno logisticamente facile come è Maratea al centro di quel tratto di costa tirrenica della Basilicata incastrato tra la Campania e la Calabria, una significativa rappresentanza, sia per quantità sia per qualità, dell’ecosistema dell’innovazione italiano affiancato da qualche presenza internazionale sia tra i relatori sia tra le startup. Il bilancio dell’evento lo faranno gli organizzatori, a partire da Michele Franzese che ha generato e gestito il progetto insieme al suo team quasi tutto al femminile, ed è probabile che sarà un bilancio perlopiù positivo, come sempre le prime edizioni sono quelle che servono per raffinare il tutto e questo è un augurio affinché il Festival si rinnovi. Ciò che vogliamo raccontare qui è l’impressione di alcune persone che erano presenti all’evento, di come il convegno sul Crowdinvesting sia stato particolarmente animato e delle startup che non si sono risparmiate nel condividere i loro progetti.

I commenti di 3 relatori

innovare al sud
Matteo Masserdotti

“Ritengo indispensabile che esistano eventi come Heroes in Italia. Il confronto, la discussione e l’incontro generano nuove opportunità di cui il nostro giovane ecosistema ha assolutamente bisogno – dice Matteo Masserdotti, Ceo di Tip Ventures – .Ho trovato particolarmente stimolante la discussione sull’evoluzione del mondo startup, dalla quale risulta chiaro che siamo all’anno zero e che esistono grandi opportunità per tutti gli stakeholder. Se ragioniamo come un vero ecosistema e creiamo una filiera dell’innovazione e della crescita consistente, non solo fatta di marketing e pubblicità, il valore del nostro Paese emergerà anche a livello internazionale”.

Gli fa eco Nicola Pirina, direttore generale di Sardex.

innovare al sud
Nicola Pirina

“Uno stimolante contenitore di relazioni in una grandissima cornice, anche per ricordarci che le relazioni contano e vanno mantenute il più possibile sul piano umano e non solo elettronico. Ognuno era lì per un film diverso, chi per cercare, chi per prendere, chi per conoscere, chi per farsi conoscere, questo va naturalmente letto in chiave positiva. È un bene che permanga questa pro-attività relazionale che dovremmo tutti insieme come sistema rendere più fluida e frequente, se vogliamo anche progressivamente più aperta ed inclusiva.

Rimango curioso di vedere gli output e gli effetti che avrà, non solo su quel territorio, lo sforzo appena messo in campo dagli organizzatori, lo dico per ricordare, anche a me stesso, che gli eventi meramente divulgativi lasciano, oramai, il tempo che trovano, mentre quelli che ambiscono a essere costruttivi per essere ricorrenti, come Heroes, devono scaricare a terra gli intenti fin da subito. La comunità, con la presenza massiccia, ha dimostrato d’essere a disposizione con tutta la potenza della rete e dei network”.

Francesco Mantegazzini
Francesco Mantegazzini

Molto entusiasmo anche nel commento di Francesco Mantegazzini, business angel di grande esperienza e organizzatore dell’Expo delle Startup che dallo scorso anno è la prima fiera globale per le startup, (Global Startup Expo), interamente virtuale perché basata sulla piattaforma 3d di Hyperfair.“I tre giorni degli ‘Eroi dell’Innovazione’ di Maratea sono stati molto intensi. Pur scontando alcune pecche di gioventù, accade con le prime edizioni, per la prima volta la costa sud ovest italiana ha visto partecipare centinaia di persone da tutto il mondo dell’innovazione e grazie ai fantastici scenari di Maratea e dintorni calabresi come le spiagge di Praia a Mare e il borgo quasi fantasma di Tortora, destinato però a un futuro di rilancio internazionale, è riuscita ad attirare speaker di livello da tutto il mondo. Le startup presenti hanno dimostrato una straordinaria tenacia e caparbietà nel tampinare i (purtroppo) pochi investitori presenti e si sono sfidate in temutissime pitching session dove il gong ha fatto vittime in quantità e solo i più preparati e allenati sono riusciti a completare la propria presentazione. Costruire ponti tra il sud Italia e un pubblico internazionale è fondamentale per consentire uno sviluppo intelligente delle nuove imprese nel meridione e non possiamo che continuare a sostenere chi, come gli organizzatori di Heroes, sta provando a fare qualcosa di sano e utile per il Paese”.

Anche Antonio Candela, CEO di Universoud, e Luca Tamburrino, Co-Founder & Community Manager del Comincenter di Matera (di cui abbiamo parlato qui) erano all’evento che così descrivono: “E’ stato sicuramente un evento di grande importanza a livello nazionale sul tema startup, analisi dei nuovi mercati e confronti sulle nuove opportunità (e novità) legate alle politiche di supporto sulla creazione di impresa giovanile. Come founder del Comincenter abbiamo vissuto le prime 24 delle 72 ore dell’evento e abbiamo enormemente apprezzato la possibilità di fare networking con quelle persone ed aziende che lavorano nel settore HR&Recruitment (per esempio JustKnock) oltre al settore della creazione di impresa giovanile, ovvero, temi cardini del nostro centro creato a Matera nel 2014. Grazie a Heroes, in 24 ore, abbiamo siglato tre nuove partnership nazionali e internazionali che vedrete al Comincenter entro il mese di marzo 2017. Criticità? E’ sempre fantastico conoscere tanti player internazionali in così poco tempo con grande facilità ma allo stesso abbiamo riscontrato una sola difficoltà: c’erano tanti eventi inseriti nella stessa fascia oraria e quindi abbiamo seguito solo pochi eventi rispetto alla molteplicità di contenuti proposti nel programma” Coimincenter organizza il suo evento Comandai il prossimo 17 dicembre presso Palazzo Lanfranchi con una giornata sull’attuale ecosistema delle imprese giovanili lucane insieme a molte aziende italiane, venture capitalist e ragazzi che a breve apriranno la loro nuova impresa nel settore IT.

Il dibattito sul crowdinvesting, problemi e opportunità

Ecosistema, dialogo, incontro, scambio di idee e aggiornamenti reciproci. Il networking a Heroes ha funzionato molto bene, così come gli incontri. Quello sul Crowdinvesting, quindi sui temi che vanno da crowdfunding for equity alle altre forme di collaborazione tra gli investitori come i club deal, moderato da noi di Startupbusiness, è partito dalla considerazione che da un lato in Italia si investe ancora troppo poco a sostegno delle imprese che fanno innovazione (tema che su Startupbusiness abbiamo ampiamente affrontato) e dall’altro siamo nel mezzo di un periodo che potrebbe agevolare lo spostamento di capitali verso le startup perché le forme più tradizionali stanno perdendo appeal a seguito, soprattutto, dei valori quasi azzerati dei tassi di interesse e del costante rallentamento del mercato immobiliare. Trovare nuove forme e nuovi canali per fare avvicinare al mondo delle startup investitori che fino a ora non lo hanno considerata come opzione per fare lavorare i loro soldi è quindi in questo momento una opportunità da non perdere. Per farlo serve aiutare gli investitori a comprendere il mondo delle startup, offrire loro soluzioni che, benché sempre nell’alveo degli investimenti in capitale di rischio, siano più compatibili con il loro stile di investimento e trovare formule ibride che possano garantire una certa liquidità, aspetto che maggiormente frena oggi questo tipo di operazioni da parte di chi non ne è avvezzo.

Così il già citato Matteo Masserdotti di Tip Ventures, insieme a Paolo Anselmo Presidente Iban, la storica associazione italiana dei business angel, Claudio Bedino Ceo di Starteed piattaforma di crowdfunding, Giovanni De Caro che segue alcune startup e lavora con la Fira, la finanziaria della regione Abruzzo e con Città della Scienza di Napoli e Vincenzo Notaristefano che in tale occasione rappresentava Digital Magics, si sono confrontati su un tema che promette di essere un fiore dai mille colori ,ma che ancora ha non poche spine.

Ci sono le spine connesse alla normativa che ancora presenta elementi di incertezza e di poca maturità, per esempio, e i relatori su questo si sono mostrati concordi, risulta eccessivamente limitane consentire l’accesso all’equity crowdfunding solo alle startup, e alle Pmi, iscritte all’apposito registro, quello famigerato che pretende di definire per decreto cosa è innovativo e cosa non lo è. E poi ci sono gli elementi culturali, l’aspetto culturale, sia se visto da chi gestisce le piattaforme di equity crowdfunding, sia da chi è più vicino al mondo dei business angel, appare determinante. Lo è perché ovviamente serve creare la cultura dell’investimento in capitale di rischio, ma lo è anche perché è necessario fare comprendere che nello schema di cambiamento paradigmatico attuale decidere di investire in ‘speculazione industriale’ invece che in speculazione finanziaria significa non solo dare nuove chance alle possibilità di ritorno degli investimenti ma anche contribuire attivamente alla creazione del valore economico e sociale del Paese. Il concetto di crowdinvesting è quindi una delle strade maestre da seguire per accrescere la disponibilità di capitale da destinare al sostegno delle startup ed è una strada che va battuta con energia perché i 600 italiani che oggi utilizzano questi strumenti, così come rilevato dall’Associazione italiana dell’equity crowdfunding, sono ancora troppo pochi come pochi sono i circa 5 milioni di euro investiti con questo strumento nel 2015 . D’altro lato i business angel stanno crescendo, sono sempre di più e lavorano spesso in gruppo, i club deal, e, dice Anselmo, Iban sta lavorando per individuare una piattaforma di equity crowdfunding per generare una collaborazione perché anche l’avvicinamento dei due mondi è potenzialmente capace di portare nuova linfa all’ecosistema e al fiore di cui sopra.

Le startup di Heroes

Infine, ma non da ultime, perché vere protagoniste di Heroes, perché sono quelle che eroicamente si confrontano, che eroicamente affrontano le trasferte anche le più acrobatiche come quella per giungere a Matera, sono le startup. In gara erano poco meno di 50 e a vincere è stata dbGlove di Nicholas Caporusso: “un dispositivo indossabile che permette ai non vedenti e non udenti di ricevere messaggi dal mondo esterno senza alcuna mediazione. Il sistema si avvale di un guanto che trasforma gli input provenienti dal movimento in messaggi ricevuti da un dispositivo mobile”, recita una nota. DbGlove ha vinto il premio da 14.500 euro in beni e servizi erogati da Heroes, Banca Popolare di Bari e Aruba Cloud. Premi anche per il secondo classificato: Comehome, per il terzo: Artys, per il quarto: StayActive e per il quinto JustKnock. Comehome è una piattaforma per organizzare e partecipare a eventi organizzati in case private, Artys propone una piattaforma per prevenire rischi ambientali e per migliorare la mobilità urbana, StayActive è un dispositivo che collegato allo smartphone consente di tenere sotto controllo la postura e JustKnock è il sistema che consente di trovare lavoro inviando idee invece dei curriculum. Le cinque finaliste oltre ad essersi confrontate nelle sessioni di pitch hanno anche partecipato a un pranzo con alcuni abitanti di Maratea per valutare come le loro idee fossero facilmente comprensibili al grande pubblico, dai marateoti che si sono resi disponibili per questo confronto è arrivata una parte del voto che ha decretato la classifica finale.

 Un evento riuscito, a dispetto della connessione internet

Michele Franzese
Michele Franzese

Michele Franzese , fondatore dell’evento, si è detto molto contento di vedere tante persone e tanta contaminazione tutta insieme ed è stato quello per lui l’elemento che maggiormente ha determinato lo spessore dell’evento che, per sua stessa affermazione, ha elementi di miglioramento soprattutto dal lato della organizzazione che però a conti fatti e per esperienza diretta ha funzionato piuttosto bene. Sicuramente da migliorare la disponibilità di connessione internet che era quasi inesistente, sia per permettere ai partecipanti di lavorare ma soprattutto per permettere a tutti di interagire sui social e dare ancora più forza e visibilità all’evento: “in effetti avevamo la fibra nel luogo originario dove avremmo dovuto tenere i lavori – ha spiegato Franzese – ma poi le previsioni del tempo ci hanno costretto a spostare il tutto all’ultimo momento all’interno del resort Pianeta Maratea e non abbiamo fatto in tempo ad avere le connessioni”. In effetti durante i primi due giorni dell’evento il clima è stato autunnale, fresco e piovoso.

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