Investimenti 2018, cambio di passo per l’ecosistema italiano

Gli investimenti 2018, nei primi 6 mesi, sono piuttosto positivi e, secondo i VC italiano denotano un cambio di passo e rinnovata fiducia dell’ecosistema

Pubblicato il 25 Giu 2018

Siamo abbondantemente sopra i 200 milioni di euro. È questa la cifra degli investimenti 2018 in startup di genesi italiana durante i primi sei mesi dell’anno. Cifra che è stata calcolata considerando esclusivamente in round sopra il milione di euro, quindi volendo essere precisi parliamo quasi più di scaleup che di startup e l’ammontare complessivo è anche superiore.

Restiamo però sull’aggregazione dei dati che è stata fatta dal team di ScaleIT e che ha preso in esame i round sopra il milione di euro (o di dollari) indirizzati a startup e scaleup tech fortemente caratterizzate da impiego di tecnologie digitali, restano quindi escluse da questo primo quadro gli investimenti in startup di ambito biotech che però concorrono ad accrescere l’ammontare con, principalmente, le operazioni di EryDel del valore di 26,5 milioni di euro, Liquidweb che ha raccolto 2,5 milioni di euro e, il round di Medical Microinstruments con 20 milioni di euro, volendo, si possono anche citare i 2,69 milioni di euro che Tensive ha preso tramite il programma Horizon 2020 che non è un investimento vero e proprio ma merita la segnalazione anche qui.

ScaleIT ha raccolto i principali deal della prima metà del 2018, da quello di MoneyFarm da 46milioni di euro a quelli di Depop e CoreView da 20milioni di dollari ciascuno, Cuebiq che ne ha raccolti 27 di milioni di dollari, Supermercato24 che ha chiuso un round da 13 milioni di euro, Brumbrum e Seco che hanno ricevuto investimenti per 10 milioni di euro ciascuno e Freeda Media che ha raccolto 10 milioni di dollari. Più piccoli ma sempre significativi i round tra tre e quattro milioni come DFLabs, Sclak e Conio, quelli da due a tre milioni come Soundreef, GetMyCar, Tannico, IGenius, Soulkitchen, e quelli sotto ai due milioni: Moovenda, Manet, Eatsready, Mapadore, KeyCrime, Wonderful Italy, e senza dimenticare il round da 4 milioni di Artemest.

Insomma un quadro assai dinamico che vede impegnati tutti i principali fondi di investimento italiani e anche qualcuno internazionale come, in ordine sparso: United Ventures, Holtzbrinck Ventures, Creandum, Balderton, Octopus Ventures, LVenture, Italglobal Partners, Evolution Equity Partners, Copernion, Saf Ventures, Nuo Capital, Bagheera Holding, Rancilio Cube, Iag, Innogest, Fondo Italiano di Investimento, Nuvolab, P101, Insight Venture Partners, Alven Capital, U-Start, Oltre Ventures, Sdg Group, Nasdaq Ventures, Goldman Sacks, Tribeca Venture Partners, Allianz, Cabot Square, Endeavor Catalyst, Redseed Capital, Vertis, Panakes, Andera Partners, Fountain Healthcare, Sofinnova, Genextra.

Quale è il significato di questi numeri e di questo dinamismo? È un significato sostanziale? Strutturale? L’industria del venture capital è finalmente avviata verso un processo di rafforzamento e di crescita? O siamo di fronte a un periodo ciclicamente favorevole che potrebbe poi nuovamente avvitarsi in un ciclo negativo come è avvenuto nel 2017? Oppure possiamo essere fiduciosi, possiamo associare a questi numeri quelli dei nuovi fondi che si sono chiusi di recente: Programma 102, Indaco Venture, Five Seasons Ventures per esempio e che sono tutti mediamente più grandi che in passato facendo per esempio pensare che finalmente anche gli investitori italiani avranno la possibilità di seguire le loro operazioni early stage anche nelle fasi successive aumentando così le possibilità di generare ritorni significativi e quindi risorse che possono essere nuovamente investite? Possiamo inoltre pensare che anche il crescente coinvolgimento di investitori internazionali in startup di genesi italiana sia un segnale forte che enfatizza da un lato la bontà degli imprenditori che nascono in Italia e dall’altro la spinta verso uno scenario che è sempre più svincolate da confini e concetti di tipo nazionale?

Tutte domande che possono avere naturalmente più risposte e a darle sono alcuni dei protagonisti di questo ecosistema che ho incontrato e moderato nel corso dell’evento WakeUp che si è svolto presso il Polo Tecnologico di Navacchio in occasione del 15esimo compleanno dell’incubatore ivi insediato.

Alla tavola rotonda degli investitori hanno partecipato Lorenzo Allevi, amministratore delegato di Oltre Venture, Alessandro Bonaccorsi presidente di Prana Ventures, Gianluca Dettori, presidente Primomiglio Sgr, Andrea Di Camillo, fondatore di P101 Ventures, Marco Gay amministratore delegato di Digital Magics e Marco Santesso, programme manager di TechItalia:Lab il programma di accelerazione per le startup italiane che ha sede a Londra.

Tutti si sono mostrati concordi nell’avere un approccio positivo e fiducioso di fronte all’attuale scenario, in particolare Dettori e Di Camillo che da più anni rispetto agli altri lavorano in questo ambito hanno sottolineato come sarà importante stare a vedere cosa succede ora, se arriveranno ulteriori segnali a rafforzare l’attuale tendenza ma che vi sono le condizioni per essere moderatamente fiduciosi. Dettori in particolare mette in luce come sia giunto il momento per la maturazione dell’ecosistema e come il risultato di oggi sia frutto del lavoro fatto negli anni scorsi, mentre Di Camillo enfatizza l’importanza di guardare sul medio e lungo termine senza fermarsi ai dati frutto delle ciclicità e come la disponibilità di maggiori finanze possa consentire ai nuovi fondi di operare anche con deal di maggiore dimensione e anche questo rappresenta un cambiamento strutturale che porterà nuovi risultati positivi.

Non distante la posizione di Allevi il quale enfatizza come il modello di Oltre Ventures non sia solo quello di trovare startup in cui investire, ma anche quello di fare partire progetti da zero e soprattutto progetti ad alto impatto e sottolinea come anche per lui il clima di prudente fiducia sia quello più appropriato per il momento attuale. Bonaccorsi e Santesso che sono da poco entrati in gioco e sono da un lato la dimostrazione che solo in un ecosistema tendenzialmente positivo arrivano nuovi operatori di valore e dall’altro l’arrivo di forze fresche contribuisce a portare nuova linfa a questo particolare momento che potrebbe rivelarsi una svolta sostanziale per lo scenario complessivo di tutto ciò che concorre a sostenere le imprese di nuova generazione.

Non da meno Marco Gay, il quale un po’ più pragmaticamente sottolinea come sia importante il ruolo delle risorse pubbliche che devono impegnarsi ancora di più e come, forte della sua esperienza in Confindustria, vi è una crescente attenzione e fiducia verso il mondo delle startup anche da parte degli imprenditori più tradizionali, anche questo è un cambiamento di passo e un ulteriore segnale di un clima di maggiore fiducia strutturale e non euforica.

Comincia quindi bene questo 2018 che sembra volere iniziare a raccogliere alcuni dei frutti di ciò che è stato seminato negli anni passati, un buon inizio che sia considerato come tale, come un punto di partenza e non di arrivo, come la pietra angolare di fondamenta sulle quali continuare a costruire il futuro dell’imprenditorialità, dell’economia, della società.

@emilabirascid

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